LA PRIMA VOLTA – MONSIEUR VERDOUX : QUANDO COMPRESI LA GRANDEZZA DEL CINEMA

JURASSIC PARK, 1993. ©Universal/courtesy Everett Collection

JURASSIC PARK, 1993. ©Universal/courtesy Everett Collection

Ammennicolidipensiero ha avuto l’idea di porre, come nuovo tema periodico del blog, quello delle “prime volte”. Nella vita di ognuno di noi ci sono state sicuramente diverse “prime volte” importanti, ma considerato che di solito su questo spazio del web intervengo per parlare di film, vi racconterò di quando, “per la prima volta”, capii che il cinema sarebbe stata la mia grande passione.

La causa di questa infatuazione non sono stati né il primo film che abbia mai visto (La bella addormentata nel bosco della Disney, che i miei genitori mi comprarono in vhs e che vedevo praticamente tre volte al giorno) né la prima volta che sono stato al cinema (a mia memoria, il Batman di Tim Burton, nel 1989: scappai dalla sala alla prima scena in cui appare il Joker interpretato da Jack Nicholson).

No, il film che mi ha fatto prendere coscienza della grandezza e della potenza del cinema è stato Jurassic Park.

Nel 1993 avevo 8 anni, e come ogni bambino ero un grande appassionato di dinosauri: così i miei genitori acconsentirono a portarmi al cinema con loro per vedere l’ultimo film di Steven Spielberg, appena uscito nelle sale e che stava avendo un successo senza precedenti. Che dire: rimasi per tutta la durata del film a bocca aperta. In quelle due ore di pellicola capii che i sogni possono realizzarsi, possono diventare realtà. Le creature gigantesche che popolavano i miei giochi, le mie fantasie, prendevano corpo e forma davanti ai miei occhi: il mio sguardo rapito era lo stesso dei paleontologi interpretati da Sam Neill e Laura Dern quando vedono per la prima volta, dopo una ventina di minuti di film, il gigantesco brachiosauro ergersi maestoso davanti a loro (a posteriori, ho compreso che quello è stato uno dei momenti chiave della storia del cinema). In quei 120 minuti provai tutta la gamma delle emozioni umane: trepidazione, divertimento (il matematico rock interpretato da Jeff Goldblum riusciva ad essere simpatico anche ad un bambino di 8 anni), terrore (la scena in cui il T-rex cerca di divorare Tim ed Allen nella macchina la ascoltai soltanto: tenni tutto il tempo le mani davanti agli occhi). Jurassic Park mi ha segnato in maniera indelebile: uscendo dal cinema, capii per la prima volta quanto poteva essere magico il cinema, quale poteva essere il suo potere: quello di emozionare, di dare corpo ai sogni e alle fantasie tanto di un regista cinquantenne quanto di un bambino di 8 anni.