Gaberricci vs Bleachedgirl – Femminicidio, il perché di una parola – Perché no
Perché no
[Qui il post di Bleachedgirl]
- Perché femminicidio non è più una semplice parola (nessuna lo è, ma questa in particolare): è ormai un prodotto, che ci viene smerciato ad ogni ora del giorno e della notte, ben infiocchettato e con tutti i crismi per diventare un format di successo (quante puntate di quarti gradi, linee gialle e porte a porte se ne potranno trarre?), tanto quanto il panico da satanismo o le “madri che uccidono i propri pargoli”. E, non so a voi, ma a me non sono mai piaciuti i piazzisti.
- Perché femminicidio è un luogo comune, e chiunque si sente in diritto di parlarne. Perfino i giornalisti.
- Collegato al precedente: perché femminicidio è una parola brutta, proprio a livello fonologico. E si sa che più una parola è brutta, su più labbra finirà.
- Perché femmicidio non è criticabile: e così, come per molte altre cose, una battaglia in linea di principio giusta si trasforma in un modo per tacitare il dissenso ed uniformare tutte le opinioni. D’altronde, si sa: in Italia il negazionismo non si combatte con l’insegnamento, ma con una legge che limita la libertà di parola.
- Perché non serve coraggio, per mettersi contro il femminicidio: e così, mostrarsi sdegnati per i tanti casi di donne che sono vittime di violenza, diventa un qualcosa che è come la beneficienza: non risolve un cazzo, ed in più fa apparire belli in società. Magari di fronte a quella cameriera a cui si è guardato il culo tutta la sera.
- Perché, come ho già scritto qui, rinforza i preconcetti che vorrebbe abbattere, nel momento in cui continua a rappresentare i “contrasti tra sessi” con questo schema: il sesso forte, violento e cattivo che si mette contro quello debole, indifeso e bisognoso di protezione.
- Perché femminicidio rischia di diventare una scusa: “è ovvio che sia un femminicidio”. Mettete “delitto d’onore” o “delitto passionale” al posto di “femminicidio”, e vedete un po’ che effetto fa.
- Perché è una parola per sterilizzare la realtà: c’è stato un femminicidio, nel caso non lo sappiate, significa che c’è una donna che è rimasta morta ammazzata per strada e… Ma ora passiamo al racconto della straziante storia d’amore tra il crudele assassino e la povera vittima (vedi quanto detto al punto precedente).
- Perché, cazzo, davvero avete bisogno di correre dietro ad un feticcio? Davvero vi serviva qualche parola che andasse a sostituire uxoricidio o anche il più banale omicidio, per farvi incazzare? Davvero avevate bisogno che qualcuno mettesse insieme a caso delle lettere, per farvi riflettere sul fatto che fa schifo non solo uccidere, ma anche picchiare, violentare, seviziare, trattare come essere inferiore una donna?
- Ultimo ma non ultimo: perché è un argomento talmente abusato, che di parlarne non mi va, e così finisco per spiegare le mie ragioni un elenco che sarebbe andato bene, al più, per “Vieni via con me”. Avanti, Fabio, vieni fuori a dirci che non si deve fare violenza sulle donne. Ma no, davvero?
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Le domande al punto 9 me le sono fatte anch’io più volte, con la stessa rabbia…
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sai la prima domanda che mi pongo, gaberricci? quante donne e qaunti uomini avrebbero potuto scrivere questo post. non ho una risposta, davvero, ma credo non sia banale il fatto che sia stato scritto da un uomo (e non lo dico con accezione né di positività né di negatività, eh).
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Spiega meglio, per favore, questo tuo pensiero mi incuriosisce.
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sensazione. in maniera semplicistica potrei dirti che traspare più razionalità che pancia, e che sia forse più facile che sia un uomo ad essere “infastidito” da una parola come “femminicidio”. ma non ho risposte né certezze, è più che altro curiosità
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E sarebbe una risposta sessista:-)
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Mantengo la mia prima impressione. Mi sembra un po’ tutto forzato. Qui dietro la parola c’è altro, troppo complesso da riassumere in dieci punti.
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L’ha ribloggato su Suprasaturalanxe ha commentato:
(Post pubblicato sul blog dei Discutibili. Io e Bleachedgirl ci “affrontiamo” sulla parola femminicidio)
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