La prima volta – C’è un Dissennatore in reparto

In reparto è nascosto un Dissennatore.

Oh, è nascosto bene, sicuro: nessuno l’ha mai visto; anzi forse qualcuno l’ha visto, ma non l’ha detto, e se l’ha detto quello che diceva è stato preso decadimento cognitivo acuto (sive delirium). Il paziente quindi è stato accompagnato ad eseguire una TC encefalo d’urgenza o curato con robuste dosi di Serenase. Di sicuro, il fatto di essere considerato pazzo ha aumentato la sua afflizione, che poi era proprio quello che il Dissennatore voleva.

Perché i Dissennatori, come senza dubbio nessuno ignora, sono subdoli. Quello che vive in reparto sicuramente si è travestito, e potrei forse scoprire sotto che mentite spoglie si cela misurando le fiale di Serenase somministrate durante ogni turno, incrociando i dati, costruendo una statistica, andando a scoprire chi stava lavorando quando è stato toccato il picco. Scienza applicata alla magia: sono sicuro che, se lo facessi, Albus Silente sarebbe molto fiero di me, e mi direbbe bravo. Poi mi accompagnerebbe a fare una TC encefalo.

Che poi bisognerebbe dire più esattamente TC cranio.

Ma insomma, anche se non dovrei dirlo, io sono sicuro che in reparto vive un Dissennatore perché, come dicevo, i Dissennatori sono subdoli. Ed abietti: perché bisogna essere molto abietti (o essere molto medici), anche essendo creature che si nutrono di terrore e disperazione, per venire a cercare nutrimento in un ospedale. Dove, certo, questi sentimenti non mancano.

Nel reparto dove sto io, poi, spesso le persone entrano con tutti i capelli in testa, il pieno controllo del proprio corpo ed una vita lunga e prospera davanti, e se ne vanno rapati, emiplegici e con una prospettiva di sopravvivenza di massimo quattordici mesi (e qualcuno ancora si interroga sulla liceità della decisione di Brittany Maynard).

Se un mago volesse costruire una trappola per Dissennatori, tirerebbe su un reparto di neurochirurgia. E poi ci metterebbe dentro me. Anzi, sospetto che quella cosa di farmi vincere il concorso di specializzando fosse tutto un complotto dei Dissennatori per nutrirsi della mia prostrazione.

È dal primo giorno che sono entrato lì dentro, che il sospetto di inadeguatezza si va viepiù rafforzando, e trovando conferma di giorno in giorno; come se non bastasse, c’è tutto il resto. Non ultimo il fatto che i pazienti, insidiati da presso da questo Dissennatore che pare essere grande abbastanza da infiltrarsi in ogni interstizio di quelle stanze che stanno dietro la porta tagliafuoco che ci separa dal mondo normale, si aspettano (forse un poco a ragione) che da un momento all’altro tu tiri fuori la tua bacchetta (legno di pino, undici pollici, flessibile, anima di fegato di Ippogrifo o qualcosa del genere), urli “Expecto Patronum!” (trad.: invoco un protettore…), e faccia comparire un bel gufo argenteo che allenti la stretta di questi esseri subdoli ed abietti sul loro cuore. E sul tuo.

Non è il caso di stare a parlare di dove potresti andare a cercare quel ricordo felice che serve a far riuscire quell’incantesimo come si deve. Che tu sei uno che a scuola il tema di “argomento personale” non l’ha mai fatto che ha sempre avuto pudore e anzi vergogna a parlare dei propri sentimenti (ed infatti, anche qui, non la sto proprio raccontando tutta. E sei passato alla seconda persona, ora che te ne accorgi). In più, c’è pure quel fatto che se lo facessi sembreresti uno che vuole piangere miseria, ed allora ti sentiresti ridicolo, e allora, indovinate un po’? Esatto, scoraggiamento in salita, ma ciao!, Dissennatore, dov’eri finito?

Parliamo invece del fatto che, da quando lavori lì, ogni giorno speri che la porta tagliafuoco si apra e compaia Harry Potter.

Perché lui lo sa, come si sconfigge un Dissennatore, e può insegnarmelo [tanto lo so che ci avrò a che fare ancora, visto che mi sa che le mentite spoglie sotto cui si nasconde sono le mie (tra l’altro, “fammi vedere come si fa” sono le parole che sto dicendo più spesso, ultimamente)]. Ma anche perché lui ha una certa esperienza riguardo quell’altro avversario. Uno subdolo ed abietto quanto un Dissennatore, ma più pericoloso. Tanto da non poter nemmeno essere messo in metafora.

Perché, un’altra della (molte) cose che Harry ci ha insegnato, è stato che ci sono poche cose più rischiose e temerarie, che affidare il potere a chi davvero lo vuole. Da quando ho iniziato a lavorare in un ospedale, per la prima volta, ho compreso quanta verità ci fosse in quell’insegnamento. Ed ho compreso, pure, che in quei luoghi misteriosi in cui si prendono le decisioni che attengono alle ASL ed agli ospedali non si legge. O, almeno, non si legge la Rowling.

Aiutami tu, Harry Potter. Perché un Dissennatore, forse, posso batterlo (o almeno scappare prima che mi baci). L’altro, invece, proprio non lo so.

Non riesco proprio a ricordare se il discutibile tema La prima volta sia già stato esaurito e si sia passati ad altro. Nel caso sia così, vorrei far notare che di solito io sono uno che giunge o in orario, o non giunge proprio. Quindi, questa sarebbe la prima volta che sarei arrivato in ritardo. Il che significa che comunque non sarei andato fuori tema.

Ed in ultimo uno stregone non è mai in anticipo, né in ritardo. Arriva esattamente quando vuole arrivare. Ed uno che combatte contro un Dissennatore è uno stregone, no?