If it makes you happy…

It can’t be that bad!

Donald Tusk, ex premier polacco e attuale Presidente del Consiglio Europeo, sta negoziando con David Cameron una serie di “concessioni” a riforma dell’attuale struttura istituzionale dell’Unione Europea.
Fra esse, vi sarebbero a favore degli Stati nazionali una sorta di “freno d’emergenza” sull’immigrazione (cito ill Guardian: “prime minister’s plan to ban EU migrants from claiming in-work benefits for four years“) e il “cartellino rosso” che consentirebbe ai Parlamenti nazionali di bloccare eventuali norme europee (sempre dal Guardian: “Under Tusk’s draft agreement, 55% of the EU’s national parliaments could force the European council to stop or amend legislation they believe is unnecessary“).
Insomma, un colossale salto indietro nel momento in cui l’Europa avrebbe bisogno di un radicale scatto in avanti.

Il tutto in cambio di cosa?
Dell’impegno da parte di Cameron a fare campagna per il “no” all’uscita del proprio paese dall’Unione Europea nel prossimo referendum che si terrà in Gran Bretagna sul tema.
Un pò pochino, mi pare…
Da parte sua, Cameron deve ottenere almeno una parvenza di “riforme radicali” del sistema europeo per giustificare una simile presa di posizione all’interno del partito (con molti euroscettici) e dinnanzi agli elettori.

Sinceramente, mi sembra un braccio di ferro terribilmente al ribasso. Esattamente nella logica del “give me my money back” di thatcheriana memoria (che già all’epoca tanti danni ha fatto all’UE).

Dinnanzi a questa situazione, il comportamento di Tusk (e di Juncker, che sicuramente l’ha concordato con il polacco) mi pare inconcepibile e gravissimo.
Mette, in poche parole, l’UE nella posizione negoziale più debole. Come se l’Unione Europea avesse bisogno della Gran Bretagna per continuare ad esistere… tutto il contrario!
Molti indicatori economici evidenziano come le prospettive per la Gran Bretagna sarebbero disastrose in caso di Brexit. Eppure, in nome di un’illusoria “unità europea” i britannici riescono sempre ad avere la meglio ed ottenere concessioni che bloccano il processo di integrazione continentale.

Ma no!, dico io… per una volta lasciateli votare in santa pace, con le condizioni attuali e con le chiare prospettive delle conseguenze delle proprie azioni.
Facciamo finalmente un pò di chiarezza nei rapporti fra Gran Bretagna ed Europa! Che votino liberamente e scelgano da che parte stare: se gli inglesi sceglieranno di lasciare l’Unione, almeno gli Stati rimanenti potranno procedere più spediti con l’integrazione. E vale anche per tutti coloro che desiderano fare lo stesso…
Se, invece, voteranno per rimanere, perlomeno non potranno più “tirare la corda” e pretendere nuove concessioni.

O si sta tutti dentro alle medesime condizioni (e queste condizioni, ribadiamolo, non possono che andare nella prospettiva di una maggiore integrazione), oppure chi non le condivide può lasciare la barca.
Buona fortuna a remare da soli nell’oceano…