La prima volta non si scorda mai – Wish aka Max
La prima volta che voglio raccontare non è una prima volta di gioventù, a riprova che gli esami non finiscono mai, come diceva il buon Eduardo.
Ho cominciato a lavorare nel lontano 1984. Era una allora piccola azienda di informatica. In quattro anni sono stato in altre tre aziende. Poi mi sono fermato sino al 1991, quando ho deciso di affrontare un’esperienza imprenditoriale in tutt’altro campo. Posa e manutenzione di reti gas. Esaurita questa avventura, nel 1996 ho ricominciato a fare l’informatico ma come free-lance, il cliente era TIM. Parliamo dei tempi in cui stavano nascendo le carte prepagate, era nata Omnitel e la concorrenza era molto dura, il marketing tirava fuori offerte praticamente ogni giorno, e noi poveri “accuditori” dei sistemi dovevamo tradurle in pacchetti software gestibili dai negozianti. Poi sono entrato in un’azienda, che ha cambiato diversi proprietari, e tutto questo mi ha occupato dal 1999 al 2015. Taccio delle varie vicissitudini che mi hanno portato al 2015, dico solo che per una serie di circostanze sfortunate mi sono trovato senza una allocazione precisa, e una volta che la mia situazione fu portata all’altezza dei “piani superiori”, sono stato chiamato dall’Ufficio del Personale e invitato a lasciare l’azienda il 15 luglio.
Non la scorderò mai questa prima volta, perché è stato un trauma da una parte ma anche una prova di freddezza e di resilienza (per usare un termine che va di moda in questo periodo). Ho cercato di non farmi abbattere, ho fatto ricorso a tutte le energie positive accumulate, non ho perso la calma e non mi sono fatto prendere dal panico. Credo di aver negoziato una buonuscita particolarmente appetibile anche per questo, e ora sto cominciando pian piano a reinventarmi per l’ennesima volta. Questa volta, docente di materie professionali, project management e soft skills. Sarà un cammino arduo e impervio, ma la mia prima docenza è già avvenuta, e ora devo incrementare gli ordini facendo una sana attività di prevendita.
Mi rimarranno per sempre impressi nella memoria gli occhi della rappresentante del Personale che mi ha comunicato la notizia. Ho pensato che non potrei mai fare un lavoro come quello, e ho pensato come possa tornare a casa la sera dai figli. Ora, il mio caso personale è uno di quelli con indennizzo, e quindi relativamente “fortunato”, anche se sull’altro piatto della bilancia c’è un’età in cui ricollocarsi diventa davvero difficile, ma immagino casi di mobilità, di cassa integrazione a zero ore. Come si può lavorare così? Come si fa a guardarsi nello specchio la mattina? Come si fa a trovarsi sempre di fronte la paura? Riflettendo penso che sia stato proprio il non mostrare paura (perché oggettivamente non ne provavo) ad avvantaggiarmi nella trattativa.
già commentato ampiamente in privata sede, qua invece mi devi togliere un dubbio: ma che diamine sono le “soft skills”?!?
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Time management, assertività, leadership, gestione personale, gestione riunioni, ecc… Un po’ come la differenza tra software e hardware, gli hard skills sono le capacità necessarie a svolgere il proprio lavoro, quelli soft sono più orientati a management e relazioni. 🙂
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Fermo restando che tuttora non ho capito cosa fai 😅
Senza fare il pirla posso sicuramente concordare sul fatto che per rialzarsi dalla perdita di un lavoro ci vuole uno spirito oltre l’ostacolo non da tutti.
Io mi sono inventato un’azienda, non l’avessi fatto alla soglia dei cinquanta rimaneva la depressione cupa.
Sicuramente la disoccupazione piaga numero uno dei nostri anni.
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Ahahahahahahahah faccio, facevo, farò (?) l’informatico… ad ampio spettro, nel senso che nell’ambito dell’informatica ho fatto davvero di tutto. Cita una funzione, io ci ho lavorato. Vendite, prevendita, operations, marketing, Project Manager, whatever. E ora docente. Almeno spero… 😀
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Complimenti… E soprattutto in bocca al lupo per la nuova attività… Con le risorse che hai mostrato di avere, andrà sicuramente bene.
Ciao,
Chiara
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Complimenti a te per esserti fatta bella 11 giorni fa per un giorno speciale. Io speriamo che me la cavo 😉
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Di questa “prima volta” cosa abbiamo già avuto modo di parlarne, così come di ciò che vivo io tutti i giorni e di cosa sto facendo per prevenire una situazione analoga. Voglio andarmene per scelta mia, non loro, anche se stanno facendo di tutto per portarci all’abbandono della nave.
Un mese fa mi hanno chiamato dall’ufficio del personale per dirmi che da sistemista SAP (l’unica rimasta) sarei stata “temporaneamente” riallocata come assistente del nuovo direttore IT. Anche questa è stata una brutta prima volta.
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Vuoi scrivere un post? Accettiamo “ospiti”… 🙂
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Perché no… Sarei onorata di essere vostra ospite 🙂
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Mandami email e ci mettiamo d’accordo
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Mah non so se quelli che fanno di lavoro di tagliar le teste fanno fatica a tornare a casa la sera, in fin dei conti sono impiegati, spesso loro comunicano e basta. È chi decide e non si fa vedere che la notte invece, dorme eccome. Anche se a cercare il colpevole di questo sistema che sta alla canna del gas diventa ogni giorno più difficile per me….
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In bocca al lupo!
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Crepi!!! 🙂
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