chiagne e fotte
Non finirà mai di stupirmi, una certa (sedicente) testata giornalistica italiana (non vi dirò mai quale sia, né dalle foto potrete mai capirlo) che, in prima pagina…
…si piange addosso perché il neo-spauracchio della democrazia liberale europea, il neo-ideologo del mai morto comunismo («pericolo-rosso, ripeto: p.e.r.i.c.o.l.o.-r.o.s.s.o… non disperdetevi… mantenete la calma, beeeep») ci ruba (ruba? e come, di grazia?) 24 miliardi di euro, con l’aggravante di non voler stare agli interessi aguzzini della Troika ma proponendo per converso (almeno da programma) un Piano di ricostruzione nazionale in quattro punti principali: “Syriza ha promesso di affrontare innanzitutto «la crisi umanitaria» dei greci: si prevede di migliorare la sanità pubblica e assumere più medici e infermieri (negli ultimi anni solo ad Atene hanno chiuso otto ospedali; la spesa pubblica per la sanità in Grecia è stata ridotta del 25 per cento tra il 2008 e il 2012); di concedere l’elettricità e il trasporto pubblico gratuitamente per una parte della popolazione; di fornire sussidi per il cibo e le case. Tsipras ha poi parlato di «far ripartire l’economia e di promuovere la giustizia sociale» attraverso l’introduzione di una patrimoniale sulle grandi proprietà e di un salario minimo di 751 euro, di creare nuovi posti di lavoro e di rafforzare la democrazia, tagliando anche i costi della politica.”
Lo stesso quotidiano, a pagina quattro (chiedo perdono per l’immagine un po’ sfocata), propone almeno quattro ricette per “riprendersi” quei soldi nel modo più elegante che il mondo moderno ci ha insegnato: non facendo un cazzo. Ovvero, stando comodamente seduto in poltrona ed attendendo la rivalutazione di titoli di investimento e speculazioni bancarie, possibilmente a danno del di cui sopra spauracchio in giro per l’Europa.
Interessante la prospettiva: lui fa così? E noi glieli ripigliamo da un’altra parte, con gli interessi, mica che l’opulenza di pochi sia messa in discussione. Hasta la baldoria, siempre.
P.S. dimenticavo: vista la ricorrenza del 27 gennaio, per chi passa di qui da poco tempo credo valga la pena fare un salto indietro, di trecentosessantacinque giorni, a questo post qui (a ciascuno la sua memoria).
Ma se ne andassero a quel paese, deficienti. Tanto me ne sto andando e posso dir qualsiasi cosa.
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era il modo in cui avevo concluso inizialmente il post (anzi, anche peggio), poi mi son dato un contegno.
p.s. oh, però ogni tanto torna, eh, che se ti piglia lo schiribizzo di scrivere siam qua, già lo sai. 😉
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Torno torno, chè l’erba gramigna non muore mai.
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Vabbé, dai, ma da loro che altro ti aspetti, suvvia. Cominciano sempre più a mancarmi le forze
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mi aspetto che chiudano, prima o poi… 😛
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Evviva l’iniziativa…
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sempre viva
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Detto da un giornale che va ripetendo un giorno sì e l’altro pure che l’Europa non fa i nostri interessi, sia detto tra parentesi…
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ecco, quello fa parte del “fotte”.
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Un paio di puntini, premesso che (ça va sans dire) non sono d’accordo con suddetta testata:
1. Se tu mi presti 10 euro e io te ne restituisco 4, 6 me li sono “rubati”.
Ora, io trovo osceno il modo in cui è stata “risanata” la Grecia, ma per essere del tutto onesti intellettualmente dobbiamo, secondo me, anche dire che: a) i debiti si pagano; b) la Grecia si è inguaiata da sola, taroccando i conti.
Quindi, sinceramente, a me l’idea che Tsipras non ripaghi il debito non piace granché.
Tanto più che questo dà altro fiato ai tromboni nostrani (Grillo, per dire), che sparano cazzate simili.
Quando l’ha fatto l’Argentina, ci siamo tutti un pochino arrabbiati…
2. Ripeto, il “risanamento” della Grecia è stato una schifezza, ma scrivere che “negli ultimi anni solo ad Atene hanno chiuso otto ospedali” a me lascia un pò perplesso.
E se scrivessimo che in Sicilia hanno “licenziato 10.000 forestali”, ci incazzeremo?
Non possiamo nasconderci che anche in Grecia hanno i loro problemini di legalità e, allora, a mio personalissimo giudizio mentre scriviamo che hanno chiuso 8 ospedali, dovremmo anche sapere quanti ne son rimasti aperti, quanti posti letto hanno etc. etc. etc…
Ma la domanda vera è: tu leggi quella sedicente testata giornalistica?
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prima la domanda vera: no, ma ho un edicolante di fiducia con cui disserto del più e del meno (https://ammennicolidipensiero.wordpress.com/2012/11/26/te-racumandi-2/) 😉
il resto: non lo so. mi prendo il tempo di rifletterci e risponderti con calma (ora devo scappare) e in maniera più articolata, ma la sostanza è che credo che, a certe condizioni: no, per me può essere giusto non pagare il debito. ma ci ritornerò.
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Se ti presto 10€ e me ne puoi restituire solo 4 perché c’hai da sfamare tuo figlio, io i 6 te li abbuono eccome (ma questa è fantapolitica).
Se mi presti 10€ e te ne restituisco 6 perché prima viene mio figlio e ti ho già versato un mare d’interessi e questi soldi mi servono anche per rimettere a posto la mia economia domestica che altrimenti rimarrebbe sempre depressa e schiacciata dagli interessi sul debito. Che poi siamo tutti una grande nazione no? L’Europa! Se stanno bene tutti i partecipanti sta bene anche lei, giusto? Cosa è meglio: un paese depresso (che ricordiamolo vuol dire anche bambini affamati e infreddoliti) però in regola coi pagamenti, o un paese moroso ma che rinasce?
E siccome sono convinto che ormai è tempo di fare scelte sulle persone e non più sulle finanze, questo commento diventa un post.
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Allora, se vogliamo fare un ragionamento di economia, sono tranquillamente d’accordo.
Ma il mio ragionamento è diverso e parte da un presupposto diverso, di diritto se vogliamo. Ovvero quel che rispecchia il vecchio brocardo latino “pacta sunt servanda”, i patti vanno rispettati.
Se io ti presto soldi, lo faccio perché mi aspetto che tu poi me li renda. Altrimenti, te li regalo. Ma voglio sapere prima se è un regalo o no! Non trovi?
Anche perché, sia per te (beneficiario) che per me (donatore), fa una bella differenza di prospettiva (e programmazione) sapere se quei soldi devono tornare indietro o meno. Questo, azzarderei, è addirittura semplice buon senso: se non lo potessimo prevedere, sarebbe una vita ben difficile….
In sostanza, per orientarci nel mondo, abbiamo bisogno di poter fare affidamento su qualcosa, e una cosa importante su cui fare affidamento è che i patti siano rispettati. Perché questo ci permette di proiettare nel futuro.
(potrei rimandare alla differenza luhmaniana fra “aspettative cognitive” e “aspettative normative”, se interessa: http://discutibili.com/2013/09/04/pillole-di-giustizia-controllo-elettronico-della-velocita/ -anzi, lo consiglio vivamente)
Economicamente parlando, è logico e condivisibile che non sempre il debito possa e debba essere restituito.
Giuridicamente parlando, è essenziale che questa ipotesi rimanga eccezionale.
Questo lo dico proprio pensando alle persone.
Potremmo anche tornare alla domanda, e se quei 10 euro che ti ho prestato (magari specificando proprio “per tuo figlio”) tu li hai spesi in donne, alcool e droga, davvero dovrei rinunciare a farmeli restituire?
Perché con la Grecia la domanda è un pò anche questa. Come con l’Italia.
Ma qui torneremo all’economia, quindi chiudo immediatamente questa parentesi.
Ecco perché a me questa politica di Tsipras non convince. Con l’aggravante che a lui faranno seguito varie voci nostrane a sparare questa idea ed altre scemenze come la panacea ai nostri mali.
E dico questo avendo la coscienza limpida nell’aver criticato fortemente il modo in cui la crisi in Grecia è stata affrontata durante tutti questi anni.
Quanto poi all’Europa, grazie di averla tirata in ballo, difficilmente trova qualcuno di più europeista e convinto che nell’UE sia necessario fare grandi passi avanti di maggiore integrazione di me. Maggiore integrazione che implica maggiore condivisione delle scelte politiche e maggiore considerazione per le esigenze di ciascuno.
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mi allineo ad azzappu. diritto e questa economica non vanno di pari passo. ho delle riserve che i soldi siano stati spesi in donne alcol e droga (per altro, non ci vedrei nulla di male rispetto a spenderli, ad esempio, per costruire f35): non sono quelle le cause del deficit greco.
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Adp, “donne alcool e droga” sono una battuta per intendere altro….
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sì sì, l’avevo capito. anche la mia lo era (no, non è vero, sugli f35 ero serio). quel che intendevo dire è che (ricordati, premessa fondamentale, che non sono economista, eh) per quanto avevo letto e capito la questione di sprechi-corruzione-conti truccati erano state comode giustificazioni per una crisi che aveva in realtà radici nella UE, e non nella grecia medesima, con l’errore di fondo iniziale dell’ingresso nell’euro – di cui, certo, il pasok è stato in parte responsabile, così come ND a seguire nel non saper arginare (anzi) la crisi.
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Non sono neanche io un economista e non conosco tutti gli antefatti e retroscena della crisi greca (neanche l’articolo che citi), però sono fortemente scettico su queste teorie (applicate anche all’Italia) che l’ingresso nell’Euro sia stato IL fattore determinante.
Sono semmai propenso a credere che l’Euro sia stato uno schock, ma uno schock cui gli Stati potevano resistere e superare adottando metodi e strumenti adeguati.
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Sulla base del diritto hai chiaramente ragione. E infatti qui si parla, credo siamo tutti d’accordo, di caso eccezionale. Cioè, l’Europa sia trova in un momento storico che necessita di una svolta, l’austerità ha forse portato benefici sui bilanci pubblici, ma a scapito di pesantissime ripercussioni sulla vita del paese reale.
La svolta ho paura che la si potrà avere solo con scelte radicali.
Poi hai nuovamente ragione a dire che i 10€ magari se li sono spesi in donne, alcool e droga, ma questo ci autorizza a lasciarli nell’inedia sapendo che questo non gioverà alla comunità europea? Tra l’altro chi ha deciso di non restituire i 10€ è diverso da quello che li ha chiesti e li ha sperperati
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credo che meglio di così non avrei saputo dirlo. mi esento dalla risposta.
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Quel che trovo abbastanza divertente è che nella stessa pagina trovino posto “I nostri risparmi”, “Sudoku”e “Estrazioni del lotto”…
Niente è per caso, come dice un amico mio che ci ha scritto pure un libro… 😀
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aó, dije all’amico tuo che c’ha ragione, c’ha.
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E comunque, come ci insegnano i cugini di Napoli, “Chi chiagne fotte a chi ride”. Questa è la triste realtà.
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era il sottinteso.
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E a proposito di memorie, ricordiamoci sempre di ricordare tutto bene, che la memoria selettiva rende antipatici e fa venir le rughe.
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temo sia contagiosa, sorella, perché la vedo sempre più diffondersi.
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