Il gelato (lezioni di non-giornalismo, parte seconda)
Parte di me vorrebbe evitare del tutto l’argomento, perché la sola idea che il “signor” Signorini e il suo “giornale” possano trarre pubblicità dall’evento mi disgusta. Esattamente per questa stessa ragione, non condirò questo post con alcuna immagine. Anche perché ciascuno avrà modo di rinvenirle facilmente e giudicare di persona.
Tuttavia, parte di me è convinta che troppo a lungo si sia concesso a parte (larga parte) di questo paesi di fare quel che le aggradava maggiormente, anche a scapito dei diritti e soprattutto della dignità altrui. Parte del paese che è stata per anni esemplarmente rappresentata da Chi.
Dunque, spenderò alcune parole su fatto. Sperando di riuscire a contenerle nel limite della moderazione.
Per comodità, cito le parole di Federico Ferrazza, vicedirettore di Vice: “È uno schifo. E la cosa peggiore è uno schifo a cui siamo abituati, quasi assuefatti. Sì, perché il pezzo di Chi non arriva all’improvviso. Sono anni/decenni che tutti i giornali si riempiono di contenuti irrilevanti e ininteressanti.”
Non posso che dargli pienamente ragione e sottoscrivere.
Perché è uno schifo?
Per un’infinità di ragioni.
- E’ uno schifo perché quella data da Chi non è una notizia: se lo scopo dei giornali, la loro funzione sociale, dev’essere quella di dare notizie, quella di una signora che mangia un gelato non lo è.
In nessun caso, mai.
Non esiste una ragione plausibile per la quale sussista un interesse pubblico a sapere se una signora mangia un gelato. Neanche se questa signora è un ministro della Repubblica. Neanche se lo fa in modo particolare o bizzarro.
Potrebbe, semmai, esserlo se vi fossero altri elementi rilevanti (ad esempio, se un ministro mangia un gelato a casa di un boss mafioso). Qualcuno qui ne vede? - E’ uno schifo perché anche un personaggio pubblico ha diritto alla riservatezza e l’idea che -solamente per il fatto di essere un ministro- una persona perda questo diritto è un’oscenità giuridica e sociale.
Invito chi sostiene una simile, aberrante, tesi, ad andarsi a vedere e studiare la sentenza della Corte Costituzionale del lontanto 1975 nel “caso Soraya” nella quale si argomenta che anche i personaggi pubblici hanno diritto alla riservatezza. Recita la sentenza: “Il nostro ordinamento riconosce il diritto alla riservatezza, che consiste nella tutela di quelle situazioni e vicende strettamente personali e familiari le quali, anche se verificatesi fuori del domicilio domestico, non hanno per i terzi un interesse socialmente apprezzabile, contro le ingerenze che, sia pure compiute con mezzi leciti, per scopi non esclusivamente speculativi e senza offesa per l’onore, la reputazione o il decoro, non sono giustificati da interessi pubblici preminenti.“ - E’ uno schifo perché quella foto sono state scattate violando l’intimità di una persona.
Non solo sono state scattate “furtivamente”, all’insaputa della stessa. Ma, altresì, sono state scattate quanto essa era in automobile, luogo che quanto a tutela della privacy secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale (sent. 88/1987) è equiparabile al domicilio. - E’ uno schifo perché quelle foto sono evidentemente manipolate: il “giornale” ha preso, accuratamente selezionato e montato in un collage degli scatti che distorcono di proposito la percezione del fatto.
Chiunque, guardando quelle foto si rende conto che sono prese con il chiaro intento di alludere a qualcosa che non ha alcuna rilevanza rispetto alla “notizia” [un ministro che mangia il gelato]. Se Chi avesse pubblicato le foto nella loro naturale sequenza, non avrebbe avuto alcuna “notizia”. La distorsione è una menzogna e questo non è giornalismo. - E’ uno schifo perché tutto il testo dell’articolo è una volgare allusione che crea una “notizia” dove non esiste. Tutto il titolo “ci sa fare… una pausa di piacere…” non fa altro che alimentare i bassi istinti dei lettori, i “pruriti”, senza diffondere alcun dato di fatto, alcuna informazione che abbia un qualsivoglia interesse sociale.
- E’ uno schifo perché questa strategia non è altro che una macchina del fango, atta a denigrare e umiliare una persona. Denigrata e umiliata perché donna.
Non c’è umorismo in questo, non si può sminuirlo come “una battuta” perché, se anche di battuta si volesse parlare, è innegabile che questa battuta abbia lo specifico scopo di umiliare pubblicamente una persona, invadendone la sfera più intima.
Abbiamo mai visto un servizio, uno scoop, vagamente simile riferito ad un uomo?
E’ uno schifo.
Un “giornalista” come il sig. Signorini dovrebbe invece sapere che per non configurare il reato di diffamazione (art. 595 cp), una notizia deve presentare i caratteri di rilevanza, verità e continenza. Ovvero, deve rispondere ad un interesse pubblico ad essere informati, non deve essere travisata e deve essere esposta in modo proporzionato alla sua rilevanza, senza “ogni inutile eccesso ed ogni aggressione dell’interesse morale della persona“.
Ma quale proporzione vi può essere quando manca qualsivoglia notizia, qualsivoglia interesse sociale a conoscere un fatto?
Quale verità vi può essere quando si parla di becere allusioni?
Con questa prassi di diffondere fatti senza alcuna rilevanza sociale, Chi scardina radicalmente ogni criterio di valutazione del giornalismo. Ma ciò non può essere una scusante, semmai dovrebbe aggravare il nostro giudizio: perché, nel diffondere “notizie” simili, Chi si dimostra l’esatto contrario di un giornale.
Concludo con un’ultima constatazione: non si dica che a tutela della ministra Madia si applicano “due pesi e due misure“, facendo credere che questa tutela della dignità della donna scatti solo quando si offendono donne “di sinistra”.
La cosa è palesemente menzognera (e non parlerò del celebre siparietto della sig.ra Pascale che tutti citano e che, se ben comprendo, con grande intelligenza s’è chiamata fuori dalla querelle).
E’ menzognera semplicemente perché, ad oggi (e nonostante ripetuti inviti da parte mia), ancora nessuno mi ha citato un caso in cui donne “di destra” fossero offese in modo tanto vergognoso.
E’ menzognera perché la prassi ormai consolidata di Chi è sempre stata ben diretta: basterebbe qui ricordare come si tessero le lodi estetiche, fisiche, sentimentali e intellettuali della figlie di Berlusconi, Marina e Barbara, e come -più recentemente- si denigrò il supposto decadimento fisico dell’ex moglie Veronica Lario. Ma sarà facile per ciascuno richiamare alla memoria o ricercare online i vari “scoop” di questo sedicente giornale e valutare da sè.
In ogni caso, è uno schifo. Ed è uno schifo sia che riguardi donne di destra, sia donne di sinistra. Sia donne giovani, sia donne anziane. Sia donne avvenenti, sia donne meno avvenenti. E’ uno schifo.
E dovremmo indignarci tutti.
E, oltre ad idignarci tutti, dovremmo augurarci che il direttore di quel “giornale” sia sanzionato dall’Ordine dei Giornalisti. Perché la “ripresa” del nostro paese passa inevitabilmente anche da una ripresa sociale, etica e morale.
Ne parlo anch’io, da altro punto di vista. la Pascale s’è tirata fuori, aggiungendo, comunque, che anche lei vien perseguitata col calippo. Come dico nel mio post, una che ciuccia voluttosamente un calippo in favor di telecamera quegli stereotipi li sta evocando. Una che mangia un gelato in santa pace, oltrettutto seduta in macchina, no.
Donne di destra? Mi viene in mente la Carfagna. Che pure non apprezzo particolarmente. Quello ‘stringi i denti Mara!) della Guzzanti era volgare, inutilmente offensivo e chiaramente diffamatorio. Come lo intese anche la magistratura (ma questo è un di più) Altri non ne vengono in mente neppure a me.
"Mi piace""Mi piace"
premesso che sposo il post da capo a piedi, red, ho una domanda per vedere se hai effettivamente meritato di superare l’esame 😉 (scherzo, eh…). per tali foto, la madia secondo te ha dovuto (le è stato chiesto) di rilasciare autorizzazione alla pubblicazione (in assenza delle quali potrebbe percorrere vie legali?).
"Mi piace""Mi piace"
Non credo le abbiano chiesto suddetta autorizzazione.
Quali vie legali a tutela? Penalmente, potrebbe sporgere querela per diffamazione (o qualche altra fattispecie, tipo ingerenze indebite, ma dovrei verificare). Civilmente, potrebbe agire per un risarcimento dei danni civili da fatto illecito ex art. 2043.
Forse c’è anche qualche rimedio speciale previsto dal d.lgs. privacy, che potrebbe saldarsi con il sequestro dello stampato, ma la vedo poco percorribile.
"Mi piace""Mi piace"
ma come, scusa?!? ma allora perché quando noi si fa delle riprese ad uso teatrale dobbiamo fare firmare l’universo creato di liberatorie sennò potremmo essere denunciati per uso non autorizzato dell’immagine? mi stai dicendo che non ci sono conseguenze penali ma semmai civili e non è nemmeno detto?
"Mi piace""Mi piace"
Oltre alla diffamazione, non mi vengono in mente altre ipotesi di reato.
Potrebbe rilevare l’art. 167 del d.lgs. 196/2003 (codice privacy).
Quanto alle conseguenze civili, ci sono eccome. Ma bisogna dimostarle…
"Mi piace""Mi piace"
L’ha ribloggato su redpoz.
"Mi piace""Mi piace"
Mi piace che quando non vuoi parlare di un argomento sfori le 1000 parole:-).
Sia chiaro che è tutto giusto. Ma, se è vero, come dici, che per definire una notizia c’è bisogno di un pubblico interesse, allora questa E’ una notizia. Un pubblico interesse perverso, certo, ma un pubblico interesse.
"Mi piace""Mi piace"
Solo metà di me non voleva parlarne.
L’altra metà, come vedi ha deciso che non si può continuare a far passare sotto silenzio simili atteggiamenti.
Non sono però d’accordo sul fatto che sia una notizia: va bene l’interesse sociale, ma questo interesse deve anche essere giustificato.
Per esempio, anche se tutto un paese volesse sapere se il prete tifa Inter o Milan o se preferisce la pasta al dente o ben cotta, questo interesse non giustifica un articolo di giornale….
"Mi piace""Mi piace"
Un vero schifo.
Condivido appieno il tuo articolo.
Pensa se al posto del gelato, avesse mangiato un calippo…
"Mi piace""Mi piace"
Se avesse mangiato un calippo in un contesto privato non sarebbe cambiato nulla.
"Mi piace"Piace a 1 persona