[discutibili mondiali] – Redpoz ter: Ruanda, vent’anni dopo
Un tweet ieri sera, durante la partita fra Uruguay e Inghilterra, mi ha riportato ad una vecchia riflessione.
Vent’anni fa: USA 1994, Mondiali di calcio.
Mondiali di calcio, oggi come allora.
Oggi come allora, si giocava, si faceva spettacolo… E ci si distraeva beatamente.
Certo, oggi forse va persino meglio di quel 1994: di Ucraina si parla poco, ma ancora si parla. Così dell’Iraq. Poco e male, ma non direi che i mondiali hanno peggiorato la situazione dell’informazione.
E nel 1994?
Del 1994 ho qualche chiaro ricordo. Avevo non ancora otto anni e, per lo più, le memorie sono confuse. Però qualche flash lo ricordo con chiarezza. Ricordo una notte di luglio, una notte tersa sulle colline a sud della Francia che cominciano a formare i Pirenei. Ricordo maglie gialle e azzurre che corrono. E, soprattutto, ricordo l’urlo di mio padre che esce nella notte con le braccia al cielo. Eravamo ospiti di uno zio, nella sua fattoria, isolati da tutto e da tutti nella campagna francese. Ricordo che gli dissi “Scommettiamo che Baggio lo sbaglia?” “Ok, due milioni!” mi risponde lui. E poi quella corsa.
A quanto pare, ho sempre avuto la tendenza a portare sfiga…
Ma del 1994 c’è una cosa che proprio non ricordo: il Ruanda (dopo esser stato all’ICTR, il Ruanda è un pò un chiodo fisso….).
Ma oggi, vent’anni dopo, metto in fila i puntini e ripenso a quel 1994: evidentemente, il marketing calcistico ha sovrastato quello del genocidio. E’ chiaro, d’altronde: chi ha voglia di sentir parlare di morti à la machete, piuttosto che delle giocate di Baggio o Bebeto?
Certo, ora possiamo dire che ad oscurare le notizie sul genocidio in Ruanda non furono soltanto i mondiali, ma mille altre cose. Tutto concorse a distrarci da quello che stava accadendo. Anche i mondiali, anche.
Qualcuno potrebbe prendere e parafrasare Marx dicendo che “il calcio è l’oppio dei popoli” (beh, John Oliver ha parlato di una vera e propria religione organizzata, con la FIFA come chiesa: come dargli torto?). Forse il migliore oppio oggi disponibile sul mercato. Panem et circenses… sempre lì siamo.
Come al solito, non ho grandi conclusioni da darvi in fondo a questo post.
Mi accontento di dire quel che ho detto, di aver ancora una volta ricordato il Ruanda, sperando che qualcuno di voi vada a leggersi uno dei tanti post sul tema; di aver ricordato quando è facile distarci… E’ anche più divertente, piuttosto che star qui a parlare di guerre e genocidi.