Primo Mogio
Guardo la solita folla sfatta, sfranta, allegra di un’allegria che ha ragion d’essere solo nella sua natura di evento sporadico che porta via le anime annoiate dai paesini del sud o da qualche provincia del nord annacquata nella nebbia. Lo so che sono in pochi quelli vanno al concerto del primo maggio a Roma consapevoli di partecipare in qualche modo a una dimostrazione di forza, per sostanziare la presenza viva di chi non si è ancora dimenticato la propria coscienza di classe. Ma quest’anno.
Quest’anno il pubblico di giovani ubriachi di festa e di vino sembrava un deserto. Davanti al palco nemmeno una bandiera a sventolare, non una bandiera rossa né quella immancabile del Che, neanche uno stendardo della Juventus. Un mare di teste vuote che si agitavano a vanvera, tutti impegnati a rappresentare con efficacia il nostro nuovo secolo ricco solo di povertà umana. Poi a un certo punto un buffone qualsiasi ha detto una cosa qualsiasi e qualsiasi persona si è identificata in quel vuoto strutturale che non si occupa più di rivendicare ma solamente di abbaiare alla luna. Che io quel cane ce lo porterei sul serio sulla luna, per vedere se è vero che basta la pancia per aggiustare un treno, o se è come penso io che il treno s’è fermato e adesso stiamo tutti lì, sulla banchina, guardando l’orologio per lamentarci di quanto è in ritardo il futuro. Affogano tra le cicche di passeggeri appiedati tutte le speranze che avevo aiutato a seminare. Affogano in un inquadratura aerea di giovani che non invecchieranno mai, tutte le mie voglie di considerarvi ancora esseri umani.
Lo fai sentire tutto il vuoto che c’è. Ci riesci bene davvero.
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Non credo di aver meriti. Il mondo è un bersaglio facile. Grazie
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Non parlavo di meriti ma di sensazioni. Certe cose le ho sentite e basta. Perché poi lo stesso mondo e lo stesso schifo possono essere descritti in tanti modi ma io ho sentito con il tuo.
Comunque tutta ‘sta spiegazione per dirti solo, prego.
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E’ il più bel prego che mi abbiano mai rivolto.
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Contenta. [Forse sono una a cui basta poco. Chi lo sa. : ) ]
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Coscienza di classe? Pensa che quando dico che i miei hanno la terza media e i miei nonni erano poveri mi becco del classista al contrario… la coscienza di classe, e faccio mea culpa, va rivisitata, temo… di speranza e disperazione non so cosa dire, perché sono diventato uno che non capisce le facce che ha intorno
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Hum. Adesso l’hai detto e sono cazzi tuoi. Che vuol dire rivisitare la coscienza di classe? Con questa mania delle riforme state facendo più casino che altro. Spiega, spiega… 🙂
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Prima spiega “voi“ chi
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L’umanità, ti basta?
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Sure. Dico che la coscienza di classe non funzia perché la gente non la sente più. Ci sono altre appartenenze e devo dire che mi sembrano sciocche e inutili. Ma io sono fuori moda. E un po‘ comunista. Ci faremo un post se vuoi
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Volentieri. Anzi, in verità a me piacerebbe un argomento del genere fosse il tema bisettimanale, al posto dei soliti “distinguere i funghi velenosi da quelli buoni”.
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Te lo appoggio. Secondo me red sarà entusiasta
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Ho avuto un’aspra discussione in famiglia praticamente su questo tema.
Diciamo sul “99% vs 1%”: il problema della lotta di classe è più vivo che mai, solo che ha mutato forma… ed è un problema, perché la sinistra non se n’è resa conto.
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Quale sinistra scusa?
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Quella che ha una rappresentanza politica nelle istituzioni.
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Il PCI si è sciolto e Rifondazione non sta in parlamento da un sacco di tempo. Quindi continuo a non capire.
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Ottima rivisitazione di un evento che, di anno in anno, diventa sempre più “discutibile”.
Nicola
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Grazie Nicola. Fa piacere sapere che alla fine non si è soli nel modo di vedere le cose.
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