TOSTAPANE
Il tostapane è una di quelle cose che esiste, ma non c’è. Un po’ come Dio. Ne ho le prove: pensa all’ultima volta che hai visto un tostapane in una casa. E adesso cerca di ricordare l’ultima volta che hai visto Dio. Rispetto alle divinità però il tostapane ha uno svantaggio oggettivo: mentre tutti gli dei, compresi quelli dell’Olimpo, vanno sempre di moda, lui no. Prima è toccato a un sacco di altre cose. Il vinile, per esempio, che è stato soppiantato dai nastri magnetici, che a loro volta furono cancellati dai CD, che furono soppiantati dai DVD che si mangiarono le USB, che per due soldi mio padre comprò. Quindi il tostapane si trova in questo limbo, diciamo, come qualcosa che comprende di non servire più, non tanto perché non possa essere ancora utile, ma perché sono cambiate le esigenze della gente. Lo stesso fenomeno che è accaduto alla società, che a un certo punto sembra non basti più così com’è. In verità “questo punto” si trova a circa tremila anni fa di distanza da adesso, ma le persone, un po’ come i tostapane, fanno fatica ad assimilare.
Il tostapane naturalmente non ha per niente voglia di essere dimenticato, di spuntare fuori solo nelle liste di regalo nei matrimoni, al ventitreesimo posto, un po’ come il sistema che prova continuamente a dimostrare che esiste, anche se non c’è. Il tostapane, allora, ti mette in testa delle idee, dei desideri, anzi di più, delle voglie: “Pensa che bello, la mattina. Latte e caffè, due belle fette di pane tostato, con la marmellata. Calde… Ahhh…”. Che lì per lì tu pensi: “Sarebbe bello”, e sei spacciato. Ti infili nel primo negozio di elettrodomestici che incontri, domandi per un tostapane, lo compri soddisfatto e la notte quasi non dormi nell’attesa di risvegliarti e mangiare due meravigliose, calde, croccanti fette di pane con la marmellata. La sveglia suona, ti togli le caccole dagli occhi, ti precipiti in cucina accendi il tostapane e lo metti a lavorare, nel frattempo guardi l’orologio, è un po’ tardi così decidi che nel mentre ti vai a lavare la faccia. Poi torni e il pane ancora non è pronto, ne approfitti per finire di lavarti, ti vesti pure, torni in bagno ti pettini, ti guardi allo specchio in cerca di tutti i difetti, pensi al tempo che passa, che dovresti comprarti una crema per le rughe, che stai perdendo i capelli, ti vengono in mente immagini di te adolescente mentre limoni con una certa Katia, che aveva due tette che ancora te le ricordi, o si chiamava Laura. Forse Laura. A quel punto senti la puzza di bruciato.
Ti rendi conto che non hai più tempo per rimettere a tostare il pane. Non hai nemmeno preparato il caffè, resterai a digiuno. Ti senti frustrato, preso in giro da un tostapane, ti sei fatto fregare da quel “sarebbe bello”, in quell’istante scopri che a te nemmeno piace la marmellata. Lo capisci, ma non puoi ammettere a te stesso di essere stato così babbeo. Sbatti il pugno sul tavolo, poi cerchi la giacca, esci sbattendo la porta. E vai a votare.
non hanno fatto effetto nemmeno le feste…….speriamo nell’anno nuovo 😉
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Ahahahahahaah 🙂
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😀
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..niente marmellata, meglio la nutella… 😉
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Bolscevica! 🙂
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Comu…?
volevo dire.. come? 😉
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L’ultima volta che ho visto un tostapane uno cercava di riscaldarci il salame.
C’è qualcosa che non torna, ma forse si era perso in una bottiglia di Fragolino e non in un seno prosperoso.
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Che, voglio dire, ha pure lui il suo perché.
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Sì, devo dire che avevo molto apprezzato anche io ed ero rimasta affascinata da quella ricetta alcolica improvvisata.
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La ricetta sarebbe salsicce e vino? Ti do una buona notizia: si può ripetere 🙂
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Hahaha grazie!
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Io sarei rimasto a tostare il pane invece di andars a votare. Chissà se hai letto Jerome K. Jerome, “Tre uomini in barca”, c’èun excursus sul pentolino dell’acqua per il tè e la sua bollitura. 😉
“Mettemmo un pentolino d’acqua sul fornello, a prua, poi ce ne andammo a poppa fingendo d’ignorarlo, mentre finivamo di togliere le vettovaglie dal cesto.
Quello è l’unico sistema per ottenere che un pentolino si decida a bollire, quando si è in gita sul fiume. Se si accorge che aspettiamo con impazienza che l’acqua bolla, potete star certi che non si decide nemmeno a “cantare”. Bisogna andarsene e cominciare il pasto, se si desidera bere una tazza di tè. Non si deve nemmeno volgere lo sguardo verso il fornello. Così, in men che non si dica, l’acqua si mette a traboccare, come se non vedesse l’ora d’essere trasformata in tè.”
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Non l’ho letto, ma sappi che ho preso appunti. Hai visto mai mi venisse voglia di te sul Tevere 🙂
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È la dichiarazione d’amore più bella che mi abbiano mai fatto.
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Ahahahahah….
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Sarà stato un lapsus freudiano? 🙂
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Sicuro non si chiamasse Katya con la ipsilon? O forse aveva una panda?
(Bellissimo, il post).
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Hum… adesso con questa storia della Panda mi hai confuso pure di più. Ma non era quella con la Y10?
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L’ultima volta che ho visto un tostapane è stato otto mesi fa. Il timer si avvitava con un cacciavite. Però ero felice e non mi importava mica del cacciavite. Adesso però, se lo vedessi, lo butterei direttamente nel secchio. Il tostapane, eh.
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Mi hai commosso. E il cacciavite che fa ora? Ha smesso di bere?
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Lui ha smesso. A me però è venuta voglia di cominciare. Devo comprarmi subito un tostapane nuovo.
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Hum… pensavo una bottiglia di vino pensa come sto indietro…
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Ecco, invece io uso molto il tostapane. Non tanto per il toast, che i ragazzi si scaldano in padella, ma proprio per tostare il pane per la marmellata a colazione. O per tostare il pan briosce da usare son il fois gras.
In compenso il microonde oramai viene usato solo come orologio (magari un po’ ingombrante)
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Insomma mi state tutti dicendo che le basi stesse su cui ho fondato il post sono sbagliate, oppure ho avuto la sfiga di essere letto dagli ultimi trenta possessori di tostapane 🙂
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il parallelismo con la divinità mi genera spontaneo l’interrogativo: è il tostapane che ha creato l’uomo o è l’uomo che ha creato il tostapane?
(io, per altro, ateo e miscredente, ne posseggo uno che utilizzo quotidianamente. forse è il segno che smetterò di andare a votare)
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Dunque hai visto dio. E dimmi dimmi, che racconta?
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oh, tante cose, poco o niente sui mali del mondo, niente di particolarmente noioso. sono i suoi seguaci che lo fanno a fette 😀 (scusa se mi permetto, ma questa merita una standing ovation)
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Per me, per dio o per il tostapane? 🙂
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per il dio dei doppi sensi, ovviamente! 😛
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Questo ottimo e felice post mi porta – la vecchiaia ha il solo vantaggio di fornire esperienza – a consigliarti un cambio di prospettiva.
Il tostapane ha i suoi tempi e va usato quando di tempo se ne ha tanto.
La sera per esempio.
Mia moglie e io lo usiamo spesso a cena.
Non ci rincorre nessuno e nessun impegno ci aspetta se non quello di andare a dormire.
Vuoi mettere il piacere di assaporare il caffelatte con una fetta di pane tostato al punto giusto con sopra spalmato del burro e della marmellata?
Si può persino arrivare a credere che Dio esista.
Nicola
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Il contributo è fantastico, se non fosse che mi fa venire in mente che forse una fetta di pane tostato me la potrò permettere solo tra venti/trent’anni. C’è chi dice meglio di niente, io dico che ci penso e poi rispondo.
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