tostapane – ovvero: il culo se lo fanno le galline – adp
Oltreoceano, la frase “the greatest thing since sliced bread” (“la cosa migliore dopo il pane a fette”) è un’iperbole comunemente usata per lodare un’invenzione particolarmente riuscita e potenzialmente rivoluzionaria nonché migliorativa della vita delle persone. Nella sua essenza rappresenta, di fatto, il modello di realizzazione innovativa dell’american know-how, così come lo definì tale Paul Wenske.
Bello. Un po’ per celia, un po’ per assolvere all’arduo compito dell’affrontare il gravoso tema settimanale, vorrei porre l’accento sugli scheletri nell’armadio che tale espressione porta con sé: i brevetti. Il senso di tutto lo dà la cronologia degli eventi: il primo tostapane, secondo svariate fonti, apparve prima del 1900. Fu un “normalissimo” elettrodomestico, probabilmente frutto del semplice diletto dei primi smanettoni dell’elettricità, finché nel 1921 un uomo illuminato, tale Charles Strite – frustrato dalla continua carbonizzazione delle fette di pane nella caffetteria presso cui lavorava – pensò bene di “inventare” il tostapane con il temporizzatore (uovo di Colombo o acqua calda, scegliete voi come appellare l’invenzione) e pensò ancor meglio di fare ciò che lo fece diventare un ricco capitalista: brevettarlo.
Ma il genio venne dopo: quello che nel 1928 riuscì a brevettare la macchina per tagliare il pane a fette in un colpo solo, al secolo Otto Rohwedder. Immaginate i proventi dell’azienda che mise in commercio il pancarré e che detenne i diritti dell’affettamento del pane in cotal guisa.
Interessante, il senso profondo dell’american-styled know-how: una gallina ogni giorno si sfianca a partorire un uovo, ma la gloria va a quello che lo ruppe nel tegamino.
Originale. Non ci avevo mai pensato.
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tranquillo, sono io che ho il chiodo fisso 😉
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ok….alla fine della settimana saremo informatissimi sui tostapane……se fossi in voi chiederei una percentuale sugli incrementi che sicuramente ci saranno sulle vendite! 😉
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Ahahahahahahahahah Silvia ti adoro!!!!! 😀
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grazie, troppo buono 🙂
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basta che la settimana prossima non ci sia l’aspirapolvere!!!!!!!!
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(‘azz, discutibili, dobbiamo cambiare il prossimo tema. aspirapolvere sembra non vada bene)
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ahahahahah……
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Maledetto! Mi hai quasi rubato l’idea 😉
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“grit maindz finc elaic”, dicono.
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Interessante post.
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grazie erre!
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Grazie a te per averlo scritto. Buon fine settimana.
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a te
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Chi lo avrebbe mai detto, lo sai che non sapevo del pane a fette?
Comunque l’altro giorno, leggendo un articolo seriosissimo sul Corriere, alla fine riflettevo proprio sul fatto che gli Usa hanno sempre dato grandissimo rilancio all’idea della proprietà intellettuale che, bla bla bla bla, alla fine ha creato una società spinta all’innovazione e alla generazione di nuove idee. Probabilmente non è un semplice “causa-effetto”, però non siamo troppo lontani.
Se dovessi dire la mia, rispetto al tostapane, una menzione speciale spetterebbe a chi ha inventato quelli che non si riscaldano all’esterno. Il mio è tanto caruccio, ma diventa così rovente che smadonno tutte le mattine prima ancora di aver bevuto il caffè. E non è bello, ho dei minori in casa
😀
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e una menzione speciale anche a quello che ha inventato il “cassettino estraibile raccogli briciole”, che ti evita di smadonnare in lungo in largo per tutte le bricioline che si accumulano in fondo al tostapane! (il nostro è così, non capisci la portata epocale dell’accessorio fino a che non provi ;))
scherzi a parte, sto leggendo un testo (un estratto ampio di una ricerca, per la verità) illuminante rispetto alla questione della proprietà intellettuale, almeno per quanto riguarda il mio ambito: http://delfanti.org/biohacker-it/
ci scriverò sicuramente qualcosa. non smonta per partito preso la proprietà intellettuale, ma apre la mente a una prospettiva diversa con una semplicità comunicativa, abbinata a notevole rigore scientifico (dati e fonti), da invidiare.
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