Datagate de mi vida

anagrafetributaria

Che poi non capisco perché vi pesa così tanto che il web (e chi sta dietro) sappia così tanto di voi.

Ho aspettato che passassero i polveroni alzati dagli zoccoli dei capi di stato per dirvelo.

Cioè Facebook sa se prenoto un viaggio e mi manda le offerte per il prossimo, sa che mi piacciono gli eventucoli mondanletterari e me li suggerisce. Linkedin sa che ho “stampa” come parola chiave e allora mi bombarda di collegamenti di disoccupati come me o sventurati di me migliori.

Solo Twitter lascia un pochetto a desiderare con tendenze come “Katy Perry”, Selena Gomez, #belloedemocratico,#rugby,  ma credo sia colpa dell’account @Discutibili che gli fa un po’ confusione.E facebook ha le sue cadute di stile con la pompetta assorbiciclo, il museo del cane, e crociere che non posso permettermi.

Non è per scatenare l’ira dei difensori del privato ad ogni costo e destare lo scandalo sui diritti universali imprenscindibili di 139 articoli costituzionali.
Ma – per restare terraterra – tutto sommato sono dell’idea che chi dà tanto peso alla privacy è chi ha qualcosa da nascondere.

Come quelli che poi vengono effettivamente spiati.

Come chi beve l’acqua al posto del vino.

E se muoio, non chiudete nessun account, please. Mi fa piacere che resti traccia della me che fu.