Datagate de mi vida
Che poi non capisco perché vi pesa così tanto che il web (e chi sta dietro) sappia così tanto di voi.
Ho aspettato che passassero i polveroni alzati dagli zoccoli dei capi di stato per dirvelo.
Cioè Facebook sa se prenoto un viaggio e mi manda le offerte per il prossimo, sa che mi piacciono gli eventucoli mondanletterari e me li suggerisce. Linkedin sa che ho “stampa” come parola chiave e allora mi bombarda di collegamenti di disoccupati come me o sventurati di me migliori.
Solo Twitter lascia un pochetto a desiderare con tendenze come “Katy Perry”, Selena Gomez, #belloedemocratico,#rugby, ma credo sia colpa dell’account @Discutibili che gli fa un po’ confusione.E facebook ha le sue cadute di stile con la pompetta assorbiciclo, il museo del cane, e crociere che non posso permettermi.
Non è per scatenare l’ira dei difensori del privato ad ogni costo e destare lo scandalo sui diritti universali imprenscindibili di 139 articoli costituzionali.
Ma – per restare terraterra – tutto sommato sono dell’idea che chi dà tanto peso alla privacy è chi ha qualcosa da nascondere.
Come quelli che poi vengono effettivamente spiati.
Come chi beve l’acqua al posto del vino.
E se muoio, non chiudete nessun account, please. Mi fa piacere che resti traccia della me che fu.
Per Linkedin e Twitter non so, ma per tutto il resto c’è Adblock.
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mah, per me il problema non sono mica gli ad, quelli manco li guardo (se non me li fai notare tu ;)). sono altre cose, tipo che sempre più spesso, soprattutto in certi paesi prima di ciamarti per un colloquio di lavoro fanno la radiografia del tuo profilo fb, o tipo altri paesi in cui ciò che scrivi può essere usato per perseguirti politicamente. spiarti e tenere le info per un ad è un conto, fare la spia è un altro. ma io sono prevenuto verso fb e il suo profeta, quindi non faccio testo.
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è che l’indignazione è di moda, come lo è sentire il dovere di avere diriitti inutili, e poi è che quelli che si scandalizzano adesso sono gli stessi che si scandalizzavano quando da noi hanno dato un taglio alle intercettazioni facili
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Esattamente! Bravo!
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E a me continuano a proporre interventi per allungarmi il pisello.
Non so mica da dove abbiano preso l’idea che me lo veda piccolo, orcocan, ma se continua così va a finire che ci credo anch’io.
Comunque, mododidire, hai perfettamente ragione. Siamo talmente bazurla da sentirci turbati quando si scopre che i più famosi servizi di spionaggio del mondo, effettivamente, spiano.
E’ un messaggio destabilizzante.
Perché prima o poi a qualcuno verrà in mente che allora i governanti dovrebbero governare, i legislatori legiferare, e i politici corrotti corrodersi (nell’acido).
Beato La Palisse…
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Come già sai sono in disaccordo.
Il problema, secondo me, non è tanto l’astratta tutela dei diritti, quando il modo in cui avvengono questi controlli dei dati.
Intanto, sono “a tappeto”: non sono selettivi. In secondo luogo, non sottostanno ad alcun controllo.
Insomma, è una falla dalle proporzioni potenzialmente enormi. E non si tratta di aver qualcosa da nascondere, ma del delimitare degli spazi che non devono riguardare altri. Tanto più che non vedo perché debbano lucrare sui miei dati personali….
Come sempre, il diritto è preso in ritardo rispetto agli eventi, ma son convinto servirebbe una regolamentazione minima comune ai diversi paesi.
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