Un padre zen

zenMi piace tirare fuori persone dal virtuale. Frequento il mondo virtuale da quando Internet così come la conosciamo adesso neanche esisteva. Per lungo tempo sono stato convinto che virtuale e reale dovessero rimanere separati, ma ultimamente ho cambiato opinione, e in alcuni casi, quando penso che ne valga la pena, cerco di portare nel mondo reale qualche conoscenza virtuale.

E no, non ve lo dico chi è. L era di passaggio a Roma, e ci siamo visti a pranzo, lui è venuto accompagnato da due bimbi, M, un maschietto di 4 anni, e B, femminuccia di 1 anno e mezzo.

E’ stata un’esperienza mistica. Sin da subito, debbo dire. L’ho visto che attraversava via Marsala, che è una via che costeggia la stazione Termini, e dopo l’uscita della stazione chi va piano la fa a 80, in quanto reduce dall’incazzatura feroce dovuta al rallentamento di minuti causa strozzature dovute a parcheggi in seconda e terza fila. Vedo L che spinge un passeggino, e un bambino che lo segue SENZA DARGLI LA MANO. Pensavo mi prendesse un infarto. Ci siamo salutati ed eravamo ancora in mezzo alla strada, con un certo qual senso di urgenza gli ho detto “Forse è meglio il marciapiede” e lui serafico “M, sali sul marciapiede, tesoro, ché qui passano le macchine”; mentre un autobus turistico sfrecciava a qualche millimetro pettinando me, M, L e B con la riga in mezzo. E la cosa stravolgente è che M, lemme lemme, è salito sul marciapiede senza un fiato.

Arrivati nella trattoria dove abbiamo mangiato, L ha gestito tutto il pranzo con una calma, una rilassatezza, che francamente gli ho molto invidiato. Se ricordo quando le mie avevano l’età di M e B, non ricordo di essere mai stato così calmo e tranquillo. Mentre B si è avventata subito su dei pezzetti di pizza, Lord M (ché è un vero principino, oltre ad avere degli occhi pazzeschi; ho predetto a L che tra una quindicina d’anni dovrà installare due eliminacode distinti davanti alla porta di casa, uno per le femmine e uno per i maschi, ché avrà delle file epocali di gente che chiederà udienza a M e B) Lord M, dicevo, ha dichiarato che la pizza con le olive non era sufficientemente raffinata, e che avrebbe voluto della pizza con il solo pomodoro, senza olive e senza mozzarella. Che è stata prontamente ordinata, insieme con delle penne al pomodoro. Arrivato il cibo, Lord M ha piluccato un po’ di pasta e un po’ di pizza, domandandosi come mai fosse leggermente bruciacchiata e dando a L la possibilità di esprimersi in una dotta spiegazione fisica che M ha ascoltato con grande interesse. Tutto questo mentre B prendeva le penne con le mani e provvedeva a dipingersi il viso uniformemente, neanche avesse avuto a disposizione un pennello. Placati i morsi della fame, ovviamente i due bimbi hanno esatto di scendere, eravamo sul marciapiede di via dei Mille, e lì di nuovo, L ha istruito Lord M suggerendogli di costruire una piccola barricata affinché a B fosse impedita la via verso la strada, e quando si sono allontanati troppo, L si è limitato a chiamare Lord M, raccomandandogli di stare ad una distanza che lo rendesse visibile. Mentre B scorrazzava qua e là, ad un certo punto una comitiva di giapponesi è passata, e una delle giapponesi ha urtato B mandandola a terra a pelle di leopardo. Se io fossi stato L avrei preso una sedia e l’avrei rotta in testa alla giapponese, senza tanti complimenti. L invece ha raccolto B, l’ha consolata, e (udite udite) ha consolato anche la mortificata giapponese che non sapeva più come scusarsi!

Mentre chiacchieravamo, L è riuscito a cambiare B, che porta ancora il pannolino, tenere a bada Lord M che dopo un’ora e mezza di quella giostra si era bello e rotto e voleva assolutamente andare al MAXXI a vedere YAP (lo Young Architect Program), portare Lord M a fare pipì, caricare B sullo zaino dove si è addormentata all’istante (sullo YAP scherzo, ma francamente me lo sarei quasi aspettato, da Lord M).

Mi hanno riaccompagnato in ufficio, e si sono diretti alla metropolitana.

L è il mio mito, da venerdì.