Come si cambia (non fare la macchia)

macchia_fucsiaHo una figlia che si chiama Elena, della quale ho parlato quando ha preso la laurea triennale nel mio blog. Al liceo era la disperazione dei professori (e dei genitori…). Sempre due debiti, una quantità di assenze ingiustificate imbarazzante, note, liti, colloqui disperanti coi professori, e una ricca aneddotica, che ha accompagnato quei cinque anni.

La professoressa di italiano, quando interrogava, le diceva (il cognome è finto ma suona come quello vero) “Forneris, non fare la macchia!”, perché Elena si spalmava sul banco sino a sembrare, secondo lei, una macchia, che impediva di riconoscerla.

Il professore di matematica e fisica le disse, verso fine maggio “Forneris, una delle due te la devo dare, cosa vuoi, matematica o fisica?”. La lapidaria risposta fu “Professo’, me dia matematica, ché fisica ‘n ciò capito niente!!”

Questa la premessa. Poi, dopo la maturità, si è iscritta all’università, e ha scoperto di avere una passione per l’estetica, per cui in contemporanea si è anche iscritta ad una scuola di estetica, un corso di tre anni con rilascio di due diplomi, uno da estetista dopo due anni, e uno che le consente di aprire un centro al terzo. Nel frattempo ha studiato e si è laureata.

Poi si è iscritta alla specialistica. Al che le ho detto “Elena scusa, ma a questo punto una laurea ce l’hai, anche se triennale, hai il tuo diploma, cosa la fai a fare la specialistica? Magari incomincia a lavorare in un centro, fai un po’ di gavetta e tra un paio d’anni vediamo cosa si riesce a fare per aprirne uno tuo”

La risposta è stata “Papà io la specialistica la voglio prendere, perché nella vita non si sa mai”.

Non male per una che faceva la macchia, no? 😉 (ho ancora la mascella pendula)