Solitudine
Quanti amici avete su facebook?
La solitudine all’epoca dei social network: “condivido dunque sono”?
Il tema andrebbe seriamente affrontato (ricordo che anni fa esisteva un sito web per “suicidare” il proprio profilo facebook, uscire di nuovo in strada e chiamare gli amici…): quanto i social media stanno cambiando il nostro modo di essere in compagnia e, di conseguenza, di esser soli?
Se parliamo di ragazzini, il problema di falsa socialità, che rimpiazzi gli incontri di persona, potrebbe anche essere reale. Per quanto mi riguarda, lavorando spesso in ufficio, trovo che i social media siano uno dei pochi modi che ho per evitare il suicidio, per cui senza FB non starei molto meglio, anzi. L’importante è capire che “amici” è un’etichetta del “business”, proposta da chi vende qualcosa, ma credo che il 99% della popolazione mondiale sia smaliziata abbastanza da sapere che i termini usati in pubblicità per descrivere un prodotto sono indicativi e non corrispondono alla realtà.
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Azz…… Io dunque non esisto affatto, poiché non ho mai voluto avere un profilo su FB.
Però in compenso vedo spesso i miei conoscenti (tanti) ed i miei amici (pochi) di persona, per aperitivi, cene, cinema e teatro …..certo poi devo correre al mattino per smaltire le calorie degli aperitivi, ma c’è molto più gusto che non davanti ad un monitor
O sarà che sono anche abbastanza snob …..
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Se posso esprimere un giudizio, fai benissimo.
Dopo, gli amici veri sono sempre pochi e selezionatissimi: meglio quindi esserne coscienti sin da subito.
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Sento spesso usare a sproposito il termine amicizia, sia in rete che “fuori”. Il fatto è che, se hai fortuna, nell’arco della vita i tuoi amici li puoi contare sulle dita di una mano, gli altri sono conoscenti (più o meno occasionali) ma nulla più
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quando mi sono iscritta ho cercato di ritrovare tutti i miei “amici” fino ad arrivare a quelli delle elementari….poi pian piano ho iniziato a potare….e pota pota e pota pota, mi son rimasti quelli con cui effettivamente sono in contatto….e la maggior parte sono conoscenze di blog o forum!!
indice di alta solitudine?
probabilmente si, e a volte anche mi ci sento sola e tanto, ma per il momento questo mi concedono le 24 ore della giornata che ho a disposizione.
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personalmente non sono ricorso alla “potatura” quasi mai… solo un paio di casi, di persone che al di fuori del web non conoscevo e non capivo perché dovessi sforzarmi di sapere che gli succedeva quando non mi interessava affatto.
ciò detto, personalmente considero la solitudine un fatto relativamente positivo. soprattutto, il saper stare in solitudine.
ma il problema delle 24 ore che menzioni, bhè richiederebbe un’analisi sociale assai più ampia
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io ho potato chi mi ha chiesto o io ho dato l’amicizia…ma poi niente nessun saluto, nessun commento nessun contatto….dopo qualche mese….zac…via…
il problema delle 24 ore…è un problema che devo decidermi di pormi prima o poi, trovare anche solo un ora per me che sia da dedicare agli amici, o allo sport, o alla lettura è una cosa che MI sento in dovere di farMI 😉
intesomale si suiciderà per il mio italiano semmai dovesse leggere questo commento!! 😉
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scccccccc non facciamoglielo notare
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si infatti….anche se è snob mi dispiacerebbe perderlo!!!! 😀
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Come concordo… ho aperto un Food Blog e mi è stato suggerito che sarebbe stato meglio aprire anche un profilo Facebook, perché avrebbe aiutato. Beh, non lo avevo ancora fatto fino ad allora e la cosa mi ha un po’ scombussolata… la gente non si parla più guardandosi negli occhi ma, attraverso un monitor, così ogni piccola emozione non traspare e l’unicità di quel momento non è mai esistita. Sono molto romantica e spessissimo mi sento fuori dal sistema, rimanendo ben ancorata a quello che era… Buon Aperitivo e A presto!
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aperitivooooooo…… magari!!!
in effetti, credo vi sia una distinzione fra una pagina web o sui social network per siti/prodotti ed una per le persone, ma il punto centrale è senza dubbio quello su cui concordiamo, ovvero: le interazioni tramite web come surrogato della vita fisica vanno spesso a danno della socialità reale
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Ho un profilo fb perchè mi piace stare con gli altri e dove stanno gli altri e mi piace comunicare .Non passo molto tempo su fb perché mi piacciono i blog e leggere libri o articoli.Anche Twitter mi piace.
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Credo anch’io che la cosa importante sia saper vivere la solitudine e riuscire a non farla diventare isolamento.
In fondo stare da soli è la cosa migliore che possa capitare a chi ha un ego sproporzionato, no? 🙂
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purtroppo non ne ricordo l’autore, ma una massima letta qualche tempo fa recitava all’incirca: “un uomo di spirito dovrebbe trovare sufficiente compagnia in sé stesso”.
Ego sproporzionato o no, credo sia una qualità che abbiamo perso.
Però, personalmente, sarei più portato a dire che gli uomini dall’ego sproporzionato hanno più bisogno di essere in compagnia, per compiacersi.
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questo solo se l’ego ha problemi di autostima 🙂
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azzardo a dire che un ego sproporzionato ha sempre problemi di autostima
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in effetti “sproporzionato” non è stata una buona scelta da parte mia.
Diciamo che un ego enorme non nasce sempre senza ragione.
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giusto, ma questa ragione risiede dentro o fuori di lui?
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Se la persona in questione sa di essere onesta con se stesso può risiedere dentro, ma essere assolutamente oggettiva allo stesso tempo.
Un ego molto grande non deve, per forza, indicare che la persona si ritenga capace e meglio in tutto.
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Ho un profilo Fb, con una lista ristretta di amici che possono vedere tutto quel che pubblico (non un granché), e altri che vedono solo i post WordPress. Mi piace Fb perché mi mantiene in contatto anche con amici lontani, che vedo e sento poco.
Ho amici che vedo e frequento, ma la stanchezza serale (che con il giro di boa dei 50 si fa notevolmente sentire!!) riduce di molto la socialità infrasettimanale. Una sera a far tardi e il giorno dopo sono bollita.
Non uso Twitter. Mi piace creare rapporti un po’ più personali anche nel blog, e trovo belle le diverse sfumature che le relazioni possono prendere, dalle più distanti a quelle vicine.
Per quel che mi riguarda, la rete ha aggiunto, non tolto.
Ciao!
Chiara
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Dimenticavo un pezzo della domanda. Amo la solitudine, e ne ho bisogno. Ma è bella perché è una scelta. È bellissimo, la sera, starmene tranquilla sul divano a leggere, girare per post WP o FB, scrivere, ascoltare musica. Ma so che nell’altra stanza c’è un marito che fa con piacere le sue cose, ed è nella mia vita. La mia solitudine è scaldata dalle relazioni che ho nella mia vita, reali e virtuali.
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Curiosamente, per quanto sia estremante riservato ed attento alla privacy in rete, io invece pubblico molto su fb. Però, quasi sempre non si tratta di “fatti miei”, bensì di diffondere notizie interessanti trovate in rete. Insomma, un pò come un megafono.
Condivido il tuo apprezzamento per lo strumento fb, avendo anche io diversi amici che vivono per i quattro angoli del pianeta.
Come tutti gli strumenti, la rete può essere particolarmente utile o particolarmente nociva. Credo una linea di distinzione importante potrebbe proprio esser tracciata dalla distanza fisica: non surrogare interazioni telematiche a quelle che potremmo comodamente avere di persona; dunque limitare le prime solo a relazioni con persone lontane.
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Il tema era già controverso ai primi tempi della rete, in cui si parlava di ragazzi giapponesi (gli italiani arrivano sempre tardi) che non uscivano mai di casa per stare davanti al computer. Facebook credo che abbia solo “colorato” meglio la situazione, aggiungendo quel tocco di condizionamento atto a dare assuefazione. Personalmente sono di per sé un solitario, anche se ho un lavoro enormemente relazionale: non uscirei mai di casa, dove sto a leggere e scrivere (anche sul blog). Il mio profilo FB è vuoto e senza nessuna amicizia, creato anni fa solo per curiosità informatica, dire che sono contro è poco (mentre invece sono a favore dei blog), ma ognuno ha diritto a scegliersi le proprie piccole follie come vuole. E anche le proprie piccole solitudini…
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A dire il vero, secondo me con fb abbiamo fatto un salto notevole, qualitativo oserei.
Infatti, fb crea una sorta di perenne “piazza” virtuale destinata alla socializzazione molto più e molto meglio dei precedenti strumenti.
Ma non ho le competenze per definire meglio questo cambiamento qualitativo.
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Diciamo che hanno aggiunto funzioni, facilità d’uso, sono stati bravissimi in questo, ma purtroppo penso anche che abbiano fatto in modo di diventare più condizionanti nei confronti degli utenti, proprio allo scopo di centrare meglio il messaggio pubblicitario. Questo credo che sia molto pericoloso e negativo. Sarebbe quindi importante che le persone si rendessero meglio conto di come in un certo modo si possa essere manipolati. Poi, di per sé, come sempre si è detto, non è il mezzo tecnologico ad essere problematico (vedi televisione), ma l’uso che se ne fa. Ho letto tempo fa, ma non saprei risalire all’articolo, che per molti ragazzi e ragazzi FB diventa un proprio spazio per riaffermare la propria identità e autonomia, come prima era MSG, e questo potrebbe essere un bene. Credo sia un argomento particolarmente complesso e con molti risvolti e credo pure che il migliore servizio che si possa fare alla gente che usa questi mezzi sia chiarire tutti i risvolti grigi, non per spirito di opposizione, ma per dare a tutti la possibilità di scelte consapevoli.
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probabilmente durante le ore di “educazione civica” a scuola dovremmo cominciare ad affrontare anche questi aspetti…
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Premetto che non ho capito molto bene il video non bazzicando un granché l’inglese ma quello di cui tu parli lo capisco bene. Non ho e non voglio avere un profilo su facebook, credo di avere già abbastanza condizionamenti attraverso il blog ma il punto è un altro. Io credo che, alcune volte, dovremmo seguire quello che ci porta la vita, le amicizie, gli amori (non so se sono stata chiara).
Non amo molto la solitudine ma preferisco stare da sola che creare amicizie che potrebbero essere false.
Un sorriso, Lila
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qui è sottotitolato in italiano:
ciao!
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Grazie Redpoz per la traduzione. Mi ha confermato quello che penso su fb ed altri social network sono dei grandi strumenti se si usano con “intelligenza” che è quella che un essere umano dovrebbe avere. Ciao!
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Non mi sono mai iscritta su Fb e sono entrata 3 volte su Twitter. Quindi niente amici nei social network.
Non sono una solitaria nè sto in solitudine, ma mi piace impegnare quel po’ di tempo libero che mi rimane dopo la famiglia, il lavoro e le amicizie, nel mio piccolo blog e la blogsfera non ha tolto nulla alla mia vita reale, bensì l’ha arricchita perchè leggendo e confrontandomi, ho arricchito me stessa.
pensa che la blogsfera non ha modificato nemmeno il mio rapporto con i libri. Solo con la televisione, ma sinceramente non credo sia una grave perdita.
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Come altri commentatori, anche tu confermi l’idea per la quale i blog sono radicalmente diversi dai social network.
Mi trovate abbastanza d’accordo. Anche se non saprei spiegarne le ragioni…
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Non so dirti di fb perchè non lo conosco. Qualcosa di bello ci sarà vista la mole di gente che lo frequenta.Ma non mi intriga. Su tw sono entrata 3 volte e non ricordo più nemmeno la pw: non mi è piaciuto. Confusionario e spersonalizzante. Non amo inoltre l’eccessiva sintesi.
Il blog è una creazione personale di pensieri,opinioni, immagini, colori, musica.Può creare contatti o mantenere le distanze, secondo i desideri.di ognuno.
Credo che sia giunto il momento di sfatare il concetto web= solitudine.
Voi autori dei discutibili siete persone che vivete in solitudine? Credo di no.
Resta invece da attenzionare il concetto web=dipendenza. Ma qui si entra in un altro discorso, più sottile, più pericoloso e che va soprattutto ad interessare certe fasce di utenti.
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ovviamente non posso rispondere per altri, ma non credo sia il punto.
non credo neanche esista un’equiparazione netta web= solitudine (se non, magari, in qualche ambiente vagamente reazionario).
piuttosto, mi sembra si evidenzino alcuni meccanismi pratici che conducono ad una surrogazione delle interazioni sociali con interazioni telematiche.
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all’equiparazione si arriva da ciò che si legge in giro, anche nei moderni testi di sociologia e psicologia (ma pare che psicologi e sociologi frequentino abbondantemente i social network per uso personale e non di studio). Il titolo che hai scelto per il post, ad es, è senza punto interrogativo….
oh, surrogato: mica bello, eh!
surrogato s. m. [uso sostantivato del part. pass. di surrogare]. – Prodotto o sostanza che surroga, in quanto ha caratteristiche e proprietà analoghe, un altro prodotto o un’altra sostanza, rispetto ai quali è spesso inferiore di qualità ma meno costoso e di più facile approvvigionamento (Treccani)
vabbè, siamo tutti surrogati 🙂
Un’estensione potrebbe essere?
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non leggo (questi) testi di sociologia, quandi non sono in grado di darti una risposta…
non ho messo il punto interrogativo perché l’oggetto del post voleva essere la solitudine genericamente intesa, la relazione coi social network è uno spunto specifico.
e, sinceramente, trovo che “surrogato” renda bene il concetto: una sostituzione (neppure eccezionale) delle interazioni reali.
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Mi son bloccato prima di cliccare perché ho pensato che potrebbe anche intendersi: “Mi piace quindi esisto”.
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Su Facebook ho a che fare per lo più con gli amici (quelli veri) lontani, i quali avendo io cambiato spesso residenza (Bergamo, Trieste, Massa, Milano, per attenermi alle province) sono tanti. E io detesto il telefono. E guardo le foto che mi dicono come evolvono le loro vite.
Fuori però ho altro da fare, a parte il lavoro e mandare avanti una casa ho una figlia, qualche amico, svariate piccole attività.
Il blog poi è un’altra cosa ancora: non c’è la mia faccia, non c’è il mio nome, quindi mi espongo molto di più…
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già, non essere direttamente identificabili ci spinge -per altri versi- ad esporci molto di più
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Ho molti conoscenti, pochi amici veri ma fondamentali; una vita sociale attiva, famiglia, figli, lavoro, alcune passioni che coltivo in compagnia. Nonostante ciò ho un profilo Fb e il blog e amici virtuali con i quali ho rapporti nulli – leggeri – profondi.
Non mi sento sola se sto davanti ad un pc a dialogare, mi sento bene. Non sto come dietro ad una vetrina a vedere la splendida vita degli altri e ad invidiarla, ma costruisco la mia.
Poi accade che spengo tutto, chiudo al silenzio e mi godo me stessa e la serenità che ho dentro. Non mi faccio mai paura, gli altri alle volte si.
Bello spunto di riflessione, grazie
Chiara
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