Maria, madre di Gesù

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Se cerco Saint Mary su Google Image, ottengo un interessante elenco di risultati che spaziano dalle peggiori interpretazioni pseudoartistiche di imbianchini contemporanei a grandi capolavori del Rinascimento Italiano, o delle arti sacre di altre regioni dell’Europa medievale e moderna. Di base, Maria viene vista come una donna dal portamento maestoso, capelli che variano, a seconda delle epoche e delle rappresentazioni, dal biondo al castano chiaro, e una pelle bianca e liscia che lascia, in molti casi, percepire un diffuso e virginale rossore sulle gote.

Di fatto, intorno al primo secolo d.C., la statura media di un maschio, secondo le stime più ottimistiche, si aggirava, nelle regioni evolute e civilizzate del mondo latino e greco, attorno al metro e sessantotto; se invece che alle speculazioni di paleoeconomisti ci rifacciamo all’evidenza, noteremo che le sepolture dell’antichità danno spesso un’indicazione ancor meno esaltante: Tutankhamon, per fare un esempio, non superava il metro e sessantacinque, e non c’è motivo di credere che fosse basso, visto che le statue dei guardiani della sua tomba, a grandezza naturale e nelle intenzioni minacciose, avevano più o meno la stessa altezza… lasciando da parte i re (le tombe di persone normali e i loro corredi fanno pensare ad altezze ancora minori), e considerando l’estrazione sociale della per molti santa fanciulla, e il fatto che pur vivendo tredici secoli più tardi del faraone summenzionato (a) era donna e (b) di certo mangiava peggio, io credo che assegnarle una statura al di sopra del metro e mezzo sarebbe decisamente un rischio.

Quanto al colore del suo incarnato e alla qualità della sua pelle, beh, non so quante creme per viso vendessero a Nazareth, ma sono abbastanza sicuro che non fosse così pallida, che non avesse gli occhioni azzurri che alcuni le mettono in faccia, e che la quantità di peluria scura intorno alle sue sante labbra fosse parecchio elevata. Se proprio si sente il bisogno di invenarle un volto, che c’è di difficile nell’immaginarle la bellezza scura dei suoi luoghi, invece di appiccicarle addosso canoni improbabili e anche un po’ pacchiani?

Morale della favola: smettetela di accendere ceri sotto a dei ritratti della Alice in Wonderland di Walt Disney, per favore.