Sagre e stato di diritto
Il mio buon amico masticone si è scagliato, in questo post, contro le sagre, che a suo dire, in un mercato “drogato”, portano via clienti ai ristoranti, tra cui un ristorante messicano in cui il buon Mast ha un interesse personale. Ecco, mentre l’ho seguito e ho concordato con le sue tesi sul modello, sul finto liberalismo e sul finto comunismo, sulle persone che non hanno letto Marx e via discorrendo, sullo specifico delle sagre non lo seguo. Ma non perché quanto dice non sia vero (anche se francamente faccio fatica a pensare che le sagre “sfilino” clientela ad un ristorante che ha una sua caratterizzazione ben precisa, se voglio mangiare messicano vado a mangiare messicano e me ne fotto della sagra, ma come detto, non è questo il nocciolo del problema), dicevo non perché quanto dice non sia vero, quanto piuttosto perché questi aspetti denunciati non sono specifici del campo ristorazione, ma sono assolutamente generali e oramai pervadono il tessuto sociale in modo talmente solido che non vedo all’orizzonte niente e nessuno che possa cambiare lo status quo. Il problema è l’interpretazione dello stato di diritto da parte dell’Italia e degli italiani. Conosco paesi dove esiste un sistema di regole certe. Cosa intendo per regola certa? Che si applica in modo uniforme senza distinzione alcuna. Una regola certa è lo scatto della foto dell’autovelox (attenzione al modo in cui ho posto la regola, non ho detto che le multe sono una regola certa). Se passi ad una velocità superiore a quella con cui è stato tarato lo strumento, zac! scatta la foto. Quello che accade dopo è opinabile, ma mi serviva l’esempio.
Ecco in molti paesi, la regola certa è che se violi una norma igienica becchi la multa. Punto. Puoi essere un chioschetto o un ristorante mega-galattico, la multa te la becchi.
In Italia questo non è vero. Se tu decidi di non pagare le tasse, è possibile che te la cavi, o è possibile che becchi una multa. Se becchi una multa, è possibile che vada ad Equitalia oppure no. E non parlo necessariamente di micro-corruzione, quella a fronte della quale il preposto ai controlli viene “unto” e il controllo è come se non fosse avvenuto, o dà esito positivo. Parlo di forme di corruttela e di chiusura di occhi in nome di relazioni con politici o faccendieri di varia natura.
Ed in questo lassismo, in questa distruzione dello stato di diritto, si è inserito il berlusconismo. Se ancora oggi abbiamo una decina di milioni di persone che votano B, il motivo a mio avviso è proprio questo. Non la paura del comunismo, ma la voglia di mantenere uno status quo dove le regole valgono sino a un certo punto.
E’ questo che a me fa tanto incazzare. E sono francamente stupito del fatto che le persone tradite da questo modo di fare, che sono i pesciolini piccoli che per un po’, sinché ce n’era anche per loro, hanno tirato avanti, e ora che per l’ultimo anello della catena alimentare non c’è più plancton si stanno trasformando da predatori in prede, sono stupito che queste persone non siano con i forconi a cercare di fare giustizia sommaria di tutte queste mezze figure che contornano B, e di B stesso.
Qui non è un problema di mercato, qui il problema è lo stato di diritto. Perché se ancora oggi c’è qualcuno che dice “B è innocente”, si vede che non ha chiaro in testa qual è l’immagine di B, e quale sia l’immagine dell’intera Italia, al di fuori dei confini del nostro paese. E sicuramente chi vota B non ha presente che esistono video come questi.
Peraltro, esistono anche gli ascari di Silvio, tra cui brilla una stella di prima grandezza. Il senatore Razzi. Vi prego, ascoltate questa intervista. Ipse dixit: “Ci sto lavorando, sperando che va in porto, sperando di aiutare le ambedue coree a una riappacificazione pacifica, senza fare danni, nel senso, senza guerre, se ci riesco, ce lo sto mettendo tutto. Io posso riuscire dove Obama ha fallito“.
Guarda Max che io dico esattamente la stessa cosa che dici tu
Io dico che se vogliamo uno stato di diritto si deve obbligare chi fa una sagra ad avere gli stessi obblighi di chi fa solo il ristoratore
Chiedo solo questo
Perché a oggi non si fa
Ma non si fa non per una o due cosucce non si fa per una marea di cose
E se a non farlo poi sono i partiti politici che mi urlano che devo essere ligio alle regole mi incazzo ancor di più
Ecco questo era il senso del mio post
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Mi pareva fosse un po’ “ritagliato”, perché la sagra è solo un aspetto. Potrei parlarti di cosa significa fare lavori in appalto per aziende di pubblici servizi, potrei parlarti di esecuzione di contratti pubblici, potrei dirne molte.
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E’ esattamente lo stesso punto infatti
Ognuno parla di ciò che sa e alla fine della fiera viene fuori che la legge non è’ uguale per tutti e che lo stato di diritto e’ una stronzata da dire in televisione
Quando la cosa ti tocca sul personale sulla tua vita di tutti i giorni ti incazzi
Tutto qua
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Quel che personalmente mi fa più incazzare è che fuori da questi confini, pur nella fallibilità derivante dal fatto che siamo tutti esseri umani, esistono regole molto, ma molto più certe di qui.
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E torni al punto
Lo Stato chiede a te ma quando importa a lui prende e basta
Poco da dire
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No amico mio. Mi spiace, ma il punto non è questo. Il punto nasce dal discorso che fai tu. Il punto è che noi non abbiamo uno Stato, con la S maiuscola. Noi non pensiamo che lo Stato siamo noi. Noi non pensiamo che lo Stato sia qualcosa che funziona grazie a noi, e che deve essere rispettato e aiutato con piccoli gesti. Noi guardiamo il nostro micro-orticello, pensiamo che se abbiamo bisogno lo Stato (che non siamo noi) ci DEBBA aiutare, e che se viene a chiederci qualcosa non ne ha titolo. Su queste basi non si costruisce una democrazia. Su queste basi nasce il totalitarismo, palese nel ventennio, meno palese ma ugualmente soffocante negli ultimi vent’anni. Questo, secondo me, è il punto.
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Però se fai così mi aizzi
E finisce che litighiamo
😜😜😜😜
Facciamo così
Ti rispondo pure in modo soft una volta e poi ti lasciò libero accesso all insulto e prometto di non risponderti più
L’affermazione “lo Stato siamo noi”e’ PER ME una solenne stronzata
Lo stato non siamo noi
E’ un gruppo ben organizzato di persone con potere, in genere minoranze ben organizzate, che mi obbliga a vivere secondo le due regole anche se non voglio.
Il vero problema caro Max e’ che tutti noi nasciamo e crediamo che sia obbligatorio avere uno Stato. Ci indottrinano su questo e pensiamo sia la cosa normale essere schiavi di un gruppo di persone che ti impone le sue regole
L anarchia non è’ come credono tutti caos
Anarchia e’ accettazione delle regole dal basso senza che ci sia nessuna coercizione. Se accetto le regole di una società le rispetto senza aver bisogno di polizia o giudici
In realtà noi siamo depredati continuamente da gruppi ben organizzati che si sforzano di farci credere che lo fanno per il nostro bene
Che e’ giusto che sia così
E le menti deboli ci credono pure
Spero tu non sia tra questi
Un abbraccione
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Non voglio insultarti, ti chiedo soltanto come mai in altri paesi lo stato funziona. La Norvegia è una monarchia, sulla carta, ma in realtà è assai più liberal dell’Italia. Lo stato funziona, le persone rispettano le regole, i ragazzi vanno via di casa con prestiti d’onore che restituiscono pian piano, si fanno una famiglia da giovani, hanno le loro opportunità, esistono cardiochirurghi che operano a meno di 40 anni, esistono amministratori delegati trentenni, la cultura è considerata un valore, e la vita mediamente è “facile”. Mi si dirà certo, loro hanno il petrolio. Certo, rispondo io, e noi abbiamo “solo” il più grande patrimonio artistico della terra. Solo che non siamo capaci a farlo fruttare. Se avessimo il petrolio, non riusciremmo a farlo fruttare. Non è un problema di struttura di governo, amico mio. Il problema è delle teste. Siamo fatti così. Siamo a metà tra i nordafricani e i mitteleuropei, abbiamo una genialità e un modo di risolvere i problemi che i mitteleuropei se lo sognano, ma abbiamo una totale incapacità organizzativa. Questo è l’unico territorio che io conosca dove non è tanto importante il successo della propria attività, quanto l’insuccesso di quella del vicino. Se fossimo anarchici arriverebbe il primo paraculo a mettere tutti uno contro l’altro. E l’anarchia fallirebbe miseramente. Per l’anarchia serve senso di responsabilità. Serve l’idea che esiste un bene comune superiore al bene individuale, nel senso che il bene della comunità è più importante del micro-tornaconto personale. E’ questo che non funziona, in questo cazzo di paese. E ti ho portato la Norvegia ma potrei portarti l’Austria, la Gran Bretagna, il Belgio. Dinne uno, sono tutti strutturati diversamente da noi. E tutti hanno in comune l’idea che la comunità deve essere preservata, e non fottuta.
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Sei pragmatico come tutti gli ingegneri
Io sono teoretico
Parto da un’idea e vedo se quella idea mi piace e poi come poterla applicare
L anarchia e’ un sogno
Irrealizzabile?
Oggi forse si
Ma forse non domani
Io non credo davvero alla sopraffazione dell’uomo su un altro uomo. E lo Stato di per se lo è .
Mi chiedi del perché in altri paesi evoluti funziona meglio che da noi (anche se rimane una merda )
Ma cavolo Max ma la storia l hai studiata anche te.
L Inghilterra sono 1300 anni che è’ unita e la Francia pure
Noi siamo stati terra di conquista
Chiunque e’ venuto ha rubato e depredato succhiato e preso
Dopo la riunificazione i Savoia hanno distrutto il sud
Insomma nel nostro DNA
Nei discorsi dei nonni
Nelle storie di famiglia c’è sempre stata sopraffazione
Viviamo in guardia alta sapendo che lo stato ci vuol fregare
E lui il grande Stato non fa niente per farci capire che e’ diverso
Autovelox nascosti
Multe per ogni pisciata
Burocrazia inutile per schedanti
Il redditometro a prova inversa
Lui ci tratta da nemici e per me lo è’ diventato
Se ho problemi con fornitori o banche o clienti io ci parlo
Posso trattare
Discutere
Trovare argomenti RAZIOONALI
Per fare accordi
Con lo stato mai
Prova a trattare con l agenzia delle entrate e equitalia o anche solo un comune e vedi
Lo Sa chiunque ci abbia provato
I burocrati in quegli uffici non di prendono alcuna responsabilità nessuna
Manco di pensare
Ti dicono : lasciamo decidere il giudice chi se ne frega se hai ragione o no.
Vabbe scusa
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Sono come Jessica Rabbit: “E’ che mi disegnano, così…”
E proprio perché mi disegnano così ti ripeto la domanda del perché funziona meglio prendendo ad esempio uno stato come la Norvegia che ha avuto secoli di travaglio interno dal 13° secolo sino al 1800, un po’ come noi. What the fuck is our problem? Perché cazzo siamo così? Ci sono altri che sono stati oppressi, schiacciati, ma si sono rialzati e hanno costruito un modello sociale efficace. Perché cazzo noi no? Abbiamo le cose più belle del mondo, potremmo essere tutti ricchi e felici, e invece riusciamo a mandare tutto in vacca. Sono arrivato al punto di spingere le mie figlie ad andare via. A cercare un paese degno di questo nome. Non è possibile, non credi?
E tutto quello che dici è sacrosanto, sul fatto che con lo stato non si tratta, sui burocrati deresponsabilizzati, su tutto. Ma questo non è che il riflesso, l’implementazione di un modello reso possibile da questo modo di pensare gretto e meschino, che prevede che fregare il prossimo sia più importante di tutto. Non ho rimpianti, se mi guardo indietro rifarei tutto quello che ho fatto. Tranne una cosa. Ho avuto per due volte la possibilità di andare a lavorare fuori, una volta in USA un’altra in Francia, e mi sono lasciato convincere a non farlo, la prima volta dalla moglie la seconda dalle figlie. Ecco, credo che almeno la seconda volta se tornassi indietro sbatterei i pugni sul tavolo e trascinerei tutti fuori da questa merda.
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Io in America ci sono stato davvero e ho scoperto che non è’ tutto oro ciò che luccica
Vuoi la verità?
Te la dico.
In America come nei paesi che citi lavorare per lo Stato e’ un onore e non ci vanno cani e porci
Ci sono selezioni durissime come e più che nel privato
In America gli outsider sono fuori dal sistema. Non reggi il ritmo e gli standard di vita di qualità? Sei fuori da tutto senza appigli.
E’ un paese dove si può far tutto ma se non fai il minimo ti distruggono psicologicamente.
Qua da noi il pubblico ha infornato per decenni tutti quelli che il privato ha scartato. Destra e sinistra hanno fatto a gara per fare clientelismo usando le assunzioni pubbliche. Dove ne serviva uno ma bravo ne hanno messi cinque di merda.
Questa e’ la differenza
Che qua noi andiamo a tre velocità inferiori a quegli stati che citi perché amiamo dire che ci piace la qualità della vita. Che significa lentezza e disorganizzazione e poca efficienza
Sai quante volte ho fatto sti discorsi con la moglie americana che non sopportava più le nostre inefficienze?
Io per assurdo e un po’ ne ne vergogno a dirlo continuo a pensare che nonostante tutto si viva ancora meglio qua che la pensa un po’.
Perché come uomo la sopraffazione violenta sociale e codificata che hanno loro e’ veramente insopportabile
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Sì quel che dici è in parte vero, se entri nel meccanismo puoi restare tritato. E’ però anche vero che (anche io ci ho vissuto un pochino in USA, non tanto quanto te ma un’idea me la sono fatta) c’è spazio per chi fa il proprio mestiere dignitosamente. Il punto vero è che il senso del dovere è qualcosa con cui si fanno i conti quotidianamente. Si lavora per vivere, punto. Possiamo discutere sul liberismo estremo o meno, sullo stato sociale o meno, ma fondamentalmente quel che dici è proprio il punto dolens. Qui mediamente la gente non ha voglia. Punto e fine. E questa non voglia non viene realmente perseguita. Quindi il parassitismo esiste, e non viene combattuto.
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manca una cultura della società, della polis….
concordo con tutto il post.
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Esattamente quel che intendevo. E’ proprio il concetto di nucleo sociale che è mancante. Ed è per questo che dicevo che la soluzione non è nel “metodo”, democrazia o anarchia non cambia nulla secondo me.
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ecco, quel “francamente” ti fa tanto d’alema-style, però, eh… 😀
(il video è cult. il paragone con jeffrey dahmer è quanto di più splatter si possa partorire)
in generale, concordo con te su tutto. solo un piccolo appunto: non sono sicuro che questo sia davvero una risposta in opposizione a masty, semmai un rinforzo di quanto dice lui stesso. ciò su cui posso convenire è che, invece, potrebbe non esserci una relazione tra sagra e offerta di nicchia (messicano).
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Volevo uscire un po’ dal discorso sagra per denunciare il fatto che l’assenza di regole è generalizzata, o meglio le regole esistono è l’applicazione che manca.
E questo post nasce come risposta, non come antagonista.
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sì, è vero, hai ragione. avevo introiettato quel “non lo seguo” come un “non sono d’accordo” ma effettivamente poi le idee vanno di pari passo. e l’italia, come sempre, in merda.
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Oh my goodness, “avevo introiettato” lo devo mettere nelle citazioni!! 😀 😀 😀
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però guarda che anche se nel post si parla di B. non ha il significato che immagini tu, eh 😀 😀 😀
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Reblogged this on Serbatoio di pensieri occasionali and commented:
Può una sagra essere indice di degrado istituzionale?
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“mi piace” e ora mi tocca raccattare le braccia da qualche parte sotto la sedia.
che palle.
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La parte più divertente del post è lo scambio di opinioni tra Max e Masty, diciamolo. Stavo già pensando di andare a prendere i pop corn 🙂
Per il resto, sono d’accordo! Più costicine e polenta per tutti!
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Ahahahahahahah grazie rO!!!! 🙂
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