Orologio biologico e maternità II – Le risposte
Ho ricevuto 16 commenti ieri, sul post “Orologio biologico e maternità”. Pochi hanno capito cosa volessi dire, e quindi penso di essermi spiegato male. Ho pensato che, in considerazione del fatto che ci sono molte cose che accomunano vari commenti, sarebbe stato più efficace rispondere a tutti tramite un altro post.
Citerò alcune frasi cui voglio dare delle risposte puntuali, ma prima vorrei fare qualche considerazione di carattere generale.
Mi sembra che parlare di genitorialità, quando a farlo è un maschio, susciti un gran casino. Io non ho partorito. Ma ho fattivamente contribuito prima della gravidanza, e in tutta la prima infanzia, alla crescita delle mie figlie. Le scelte fatte sono state sempre condivise, non ci sono mai state scelte individuali fatte contro la volontà dell’altro. E no, non siamo la famiglia del Mulino Bianco. Anzi. Io credo fermamente che l’arrivo di un figlio sia un terremoto per la coppia. E che ci voglia un enorme amore, per superare il terremoto. Gli equilibri cambiano in modo radicale, e sicuramente io non so cosa significa sentirsi madre, ma so molto bene cosa significa osservare quella che sino a ieri era la tua compagna di giochi diventare un’altra persona, che sono più le volte che non comprendi che quelle che capisci. E conosco molto bene lo sforzo di spostarsi per recuperarlo, l’equilibrio. E a chi mi dà del superficiale perché parlo di incoscienza e di elasticità, dimostrando ancora una volta che quando si indica la luna c’è sempre qualcuno che guarda il dito, rispondo che incoscienza ed elasticità sono materiale di prima scelta, quando si tratta di spostare un equilibrio e ricrearlo da zero. La pizza e la colica sono dei simboli. Dietro questi simboli c’è un mondo di sensazioni e di sentimenti. Il mio punto è che le esigenze dei bambini dovrebbero sempre essere anteposte a quelle dei genitori, per la semplicissima ragione che il bambino non ha chiesto di venire al mondo. E quando la mia compagna di giochi è diventata madre, non ho pensato a me, ho pensato alla figlia. Procreare è innanzitutto un atto di egoismo, che risponde a degli stimoli provenienti dalla tanto vituperata Natura. Ché se non ci fosse l’istinto di procreazione non staremmo neanche qui a parlare. A questo proposito, aggiungo anche, visto che l’infertilità sembra un tema dominante, che (non lo dico io, lo dicono i centri per la procreazione) una delle principali cause di infertilità è proprio la ricerca della gravidanza in età avanzata. Un bel circolo vizioso insomma.
“Credo che siamo in un vespaio in cui la sola che possiamo dire è che ciascuno pensi per sè, ciascuno agisca per il suo bene senza guardare gli altri, che anche loro sanno.”
Mi pare che il senso sia che qualunque scelta individuale è indiscutibile. Come se esprimere un’opinione, osservare un costume che cambia, domandarsi se questo modello sociale risponde realmente alle esigenze delle persone, fosse mettere in discussione le scelte altrui. Rivendico il diritto di esprimere un’opinione, specie se riguarda, per l’appunto, un modello sociale che francamente condivido poco. A questo proposito, siccome sul piano squisitamente antropologico sono abbastanza convinto che molte responsabilità siano ascrivibili al berlusconismo, invito alla lettura di un eccellente libello di Enrico Brizzi, “Vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio”, che analizza chirurgicamente lo spostamento dei costumi indotto dalla tv.
“diteci anche a quanti anni con precisione la natura ha deciso che io partorisca figli sani e perfetti e speciali”
Dispiace sentire tanta rabbia. Se sfogarsi dando del minus habens a chi scrive aiuta, per me va anche bene. Ma nel merito, è di tutta evidenza che non è questo il punto. Il punto è che, alla Catalano, è meglio fare figli da giovani, potendo, piuttosto che da vecchi. Non si parla di figli perfetti o speciali, o di ricette per la felicità.
“Veniamo al mondo in un certo contesto, e quella è l’eredità con cui facciamo i conti, nel bene e nel male, nei limiti e nelle possibilità.”
Considerazione molto acuta, e molto condivisibile. Ma di nuovo, non era mia intenzione identificare una ricetta per la felicità. La considerazione di fondo è che un modello sociale come questo sta portando verso una società di anziani. Che si riflette anche nel commento seguente
“probabilmente (e se é un po’ sfigato) quel figlio si troverà a doversi prendere cura di un genitore troppo presto… quando ancora avrà bisogno di qualcuno che, al contrario, si prenda cura di lui…”
E questa è un’altra delle iatture del modello sociale sotteso dall’aumento dell’età genitoriale. Faccio un figlio a 43 anni, quando ne avrà 35 io ne avrò quasi 80. E per le stesse considerazioni che valgono per chi oggi fa i figli in ritardo, questo 35enne starà ancora lottando per trovare un’identità professionale e personale, non avrà ancora neanche deciso se procreare o meno, e già si trova sulle spalle la gestione di un anziano genitore.
“Più che l’orologio biologico, sarebbe meglio studiare un modo per far entrare prima i giovani nel mondo del lavoro con qualifiche adatte, perché è una vergogna farci sostare anni e anni in università per poi non avere alcuna possibilità di lavorare”
“Tutte le ragioni che esponi sono sacrosante, ma si scontrano un po’ con la realtà, secondo me. La natura fa i figli, ma i genitori li crescono e li mantengono, e secondo me a 25 anni pochi sono “pronti” ad essere genitori.”
Questi commenti sono quelli che mi aspettavo. Il punto vero è il modello sociale che, almeno qui in Italia, considera i giovani non pronti per prendersi responsabilità. E questo non vale solo per la famiglia, ma anche e soprattutto nel mondo del lavoro. Innanzitutto il problema dell’ingresso nel mondo del lavoro. Ma al netto della crisi e al netto della difficoltà iniziale, quello che è terribile è che non sono riconosciuti i valori in campo, essendo l’età ancora oggi una discriminante feroce. Un medico che conosco, emigrato in USA, a 35 anni opera a cuore aperto. In Italia a 35 anni sei fortunato se partecipi all’intervento come ferrista. Certo bisogna esser bravi, per operare a cuore aperto. Ma qui, anche se sei bravo non succede nulla.
“credo che il disccrso di wish fosse più legato alle condizioni affettive che a quelle economiche.”
Lo dicevo in premessa, credo sinceramente che nel momento in cui si compie un atto intrinsecamente egoistico, sia appena giusto tenerne conto per tutta la vita, anteponendo le esigenze del figlio alle proprie. Altrimenti dov’è l’evoluzione?
“Ahimè non condivido proprio nulla, ancor meno l’ultima parte che ho preferito non commentare perché pare proprio brutto pensare in termini di “ceppo” da salvaguardare.”
Francamente non vedo la bruttezza del ragionamento. Non è un problema di razzismo, e anche qui se ho lasciato intendere questo mi spiace, perché non è questo il senso. Io credo sinceramente che l’eredità culturale di un popolo debba essere salvaguardata. Sul mio blog avevo scritto un post su questo, sul linguaggio, sulla forza della tradizione. La tradizione si perpetua se il popolo esiste. Se il popolo non esiste più la tradizione va perduta. Non mi pare un concetto complesso. Se continuiamo ad avere un tasso di natalità negativo, il popolo che custodisce la tradizione plurimillenaria che arriva dai Romani, non ci sarà più. E’ brutto voler preservare questa tradizione per il tramite della conservazione di un popolo? Secondo me no. Secondo me è l’opposto. Secondo me è un bel concetto. Bello nel senso più pieno del termine.
Attirerò tutte le ire su di me…ma sinceramente e spassionatamente…sn daccordo su tutto quanto scritto da te,io ho 44 anni..il mio primo figlio è venuto al mondo che ne avevo 24,la seconda a 32..il terzo è nato xchè dopo una serie di sfortunati eventi(complice una cura fortissima che mi ha sconvolto a livello fisico)che mi fecero pensare ad una grave malattia e invece x fortuna era una gravidanza(nn cercata..ma meglio che un cancro no???)….i bambini sn una cosa bellissima……ma cm appunto hai detto sn un atto puramente egoistico…dettatto dall’istinto primordiale animale(è inutile che ci si incazza ma è così…..facciamo parte del regno animale….)nessuno nasce genitore…..si impara e mai si finisce di imparare xchè è la cosa più difficile del mondo….e sì cerchiamo di ragionare a mente fredda…le donne cambiano…hanno un legame carnale coi propri figli che schiaccia qualunque altro rapporto……e ristabilire un minimo di equilibrio col proprio compagno è un lavoro faticosissimo……….
..e Wish…è cmnq un fatto che x certi versi i maschi si sentono trascurati,xchè(bada nn stò affermando che i padri nn amano i loro figli)…la “compagna di giochi” viene assorbita dalla responsabilità dellA CRESCITAdi questo nuovo essere,e diciamolo…..tentare di nn deludere le aspettative di tutti ci fà diventare Dure……purtroppo nasciamo femmine ci viene imposta la poliedricità..e a volte…ci fà impazzire…….o ci fà deprimere..xchè la nostra individualità viene distrutta x amore degli altri…e questa cosa purtoppo viene fraintesa nella maggiorparte dei casi………..
questo commento verrà frainteso..e chiedo scusa in anticipo……
..continua a scrivere 😀
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Io ho capito perfettamente cosa vuoi dire. Aggiungo solo che quel che dicevo a proposito dello “spostarsi” per raggiungere un nuovo equilibrio è diretta conseguenza della consapevolezza di quel senso di responsabilità materno, da parte del padre partecipe. Parlo per me, ma anche per tanti padri che conosco che ragionano come me.
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io condivido appieno i tuoi pensieri. ricordo benissimo quando l’istinto si è impossessato di me e desideravo più di ogni altra cosa un bimbo, è qualcosa che non c’entra con la ragione. E’ istinto puro, animale. Che non puoi controllare in nessun modo.
E ora convivo col mondo che mi guarda allibito ogni volta che alla domanda “A quanto il secondo?” rispondo ansiosamente “Ma anche no!”
Quell’istinto c’è stato, ha fatto il suo dovere e nel mio caso sembra essersi esaurito. Quando esprimo questo mio pensiero mi ritrovo circondata da sguardi di commiserazione e orrore. Si è davvero un argomento delicato, lo è per noi donne figuriamoci se un uomo si mette a scriverci un post! ahahah non mi stupisco che tu sia finito scuoiato. 🙂
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Mah, insomma. Alla fine se guardo i due post nella loro globalità credo di essere riuscito a farmi capire. Soprattutto a far capire che tutti hanno il sacrosanto diritto di avere un’opinione, di esprimerla e di difenderla. 🙂
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…tanto lo sai che non andrà bene lo stesso, vero? Comunque se ti consola condivido ogni parola di entrambi i posts. Mia figlia non ha dormito per 2 anni filati, la prima volta che è successo di dormire tutta la notte, mi è sembrato così strano che ho temuto fosse morta nel sonno. Se dovessi affrontare adesso tutto quel macello, quella stanchezza, quel tentativo continuo di recuperare tempo, a quarant’anni, probabilmente cadrei in una di quelle voragini di depressione, fisica e mentale, che ti risucchiano e fanno male a te e a chi ti circonda, figlio compreso. Poi, ovviamente, è la mia esperienza personale, quindi il mio personale punto di vista . 🙂
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Bella mia, ho una moglie e due figlie di 25 e 23 anni. Se non sapessi che non va bene comunque non avrei imparato nulla, non credi? 😆 La mia seconda figlia è nata con un problema alle adenoidi che non era possibile operare subito. Morale, 300 notti in cui la poverina si svegliava ogni 20 minuti circa. Dopo un mese decidemmo di fare una notte per uno, era il male minore. Uno dormiva, l’altro stava sul divano con la culla accanto. Quando parlo di fatica fisica, ne ho un’idea abbastanza precisa 🙂
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…se ci penso, ho ancora sonno! 😉
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Ecco, io credo che mischiare educazione, antropologia ed evoluzione sia sempre molto scivoloso. O evoluzione o educazione io direi, una scelta di campo, evoluzione obbedisce a leggi specifiche, l’educazione è il regno dei possibili, ci incasiniamo e basta, specialmente nel post di un blog. Io non ho partorito (e il contrario del complesso della donna che rivendica l’utero è il complesso dell’uomo che dice “tu mi tagli fuori”. Usciamo da questa dinamica!) non mi permetterei mai di dire a un uomo che non può parlar di maternità, certo che è roba anche sua. Nel tuo post manca la chiarezza su questa che è la tua esperienza, la tua testimonianza, manca che le parole siano dette dal basso, non ci sono regole specifiche che riguardano altri, no, chi sei tu per dire ad altri che cosa è meglio per loro? E io, per le cose che ho fatto, quando penso alle difficoltà, credo che venga in mente di far tutto fuorché di dissertare, che risolvere i problemi a mio parere allontana molto dalle verità. Funziona un po’ così il tuo post, io credo: “anteporre le esigenze del figlio a quelle del genitore” è una frase che se ci pensi, da sola non vuole dire niente: è meglio che l’equilibrio si sposti verso gli adulti con una coppia felice o meglio il figlio tiranno e una coppia di adulti frustrati? Credo che il rischio di questo post sia che ciascuno prenda frasi come questa, ci incolli quello che pensa e poi viene un fuori un putiferio. Dal basso sarebbe stato tutto meno criticato io credo, senza grandi discorsi, ma con gli affetti di un padre in primo piano.
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Forse non te ne rendi conto, ma il succo del tuo discorso è che non bisogna scrivere commenti come i tuoi 😀
Mi piace molto stiracchiare i ragionamenti ed estremizzare i concetti. La matematica e la fisica ti insegnano a farlo e per me è sempre stato molto divertente.
Questo per dire che la prima frase è poco più di una facezia.
Seriamente, invece, ti ripeto come nel post precedente che rivendico il diritto di avere un’opinione su un modello sociale, e di effettuare delle osservazioni di tipo antropologico, sociologico e politico. Sì, politico, perché ci sono delle responsabilità politiche precise se siamo arrivati a questo punto. Potrei elencarti molte ragioni per cui in Norvegia, ad esempio, fare un figlio per una coppia giovane è infinitamente più facile che qui. Ma andremmo fuori tema. Il puntoè che io ho delle opinioni, mi piace esprimerle, e mi piace difenderle. Quel che posso fare in questo ambito è invitarti come Guest Star a scrivere la tua, e a confrontarti così come ho fatto io, anche a costo di dover precisare alcune cose. Ho paura che tra noi due, nonostante ciò che dici, non sia io il Solone di turno. 🙂
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condivido chezliza.
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Con il mio infalibile intuito (con l’accento da Ispettore Clouseau) (e quindi una sola elle che non è un refuso) mi era sembrato di intuirlo… 🙂
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Credo di essere abbastanza d’accordo con te. Aggiungo il mio punto di vista strettamente personale: ho avuto il primo figli a 35 anni e il secondo a 38, e non rimpiango nulla, ma a volte penso che se li avessi avuti prima, tra i 25 e i 30, quando percepivo il senso della caducità della vita, ma ancora non mi condizionava più di tanto, forse sarei stata una madre meno ansiosa e mi sarei goduta di più alcuni aspetti. Ho detto forse, eh, non arrabbiatevi.
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Ecco. Era questo che intendevo con “maggiore incoscienza”. O meglio. Anche questo. 🙂
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forse sì, forse è vero che se a parlare di genitorialità è un uomo, noi donne/mamme ci sentiamo in “dovere” di trattarlo come “uno che non può capire”, perchè comunque è vero che la vita del padre cambia, gli equilibri di entrambi vengono sconvolti, ma per una madre è di più.
e condivido l’affermazione di chez “…la “compagna di giochi” viene assorbita dalla responsabilità dellA CRESCITAdi questo nuovo essere,e diciamolo…..tentare di nn deludere le aspettative di tutti ci fà diventare Dure……purtroppo nasciamo femmine ci viene imposta la poliedricità..e a volte…ci fà impazzire…….o ci fà deprimere..xchè la nostra individualità viene distrutta x amore degli altri…e questa cosa purtoppo viene fraintesa nella maggiorparte dei casi………..”
come condivido anche la tua wish “Il mio punto è che le esigenze dei bambini dovrebbero sempre essere anteposte a quelle dei genitori, per la semplicissima ragione che il bambino non ha chiesto di venire al mondo”
e questa frase vale sia se si parla di sentimenti ed emozioni, che se si parla di conti a fine mese.
perchè se non ce la fai a fare la spesa col cavolo che puoi tener conto delle esigenze dei tuoi bambini….ma viceversa non puoi “sfornare” bambini e poi lasciarle a tate o nonne perchè tu devi pensare alla tua vita.
mii…. è tutto un equilibrio sopra la follia.
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Esattamente. Non credo di avere la verità svelata, e ascolto con interesse sincero opinioni diverse, quando però non siano viziate dal pregiudizio. 🙂
(Ed è proprio come dici nella tua prima frase, e proprio perché vivo con tre femmine capisco che quel “forse” non lo PUOI togliere, ma apprezzo molto il gesto 😉 )
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comprendimi….solo una donna…. 😉
scherzo eh!
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uff volevo dire sono solo una donna 😉
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🙂 😉
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-è meglio fare figli da giovani, potendo, piuttosto che da vecchi. –
Esatto. Perfetto. Il concetto non fa una piega, ma è come scoprire l’acqua calda.
Ti riporto, fedele fedele, una conversazione a cui ho partecipato due anni fa tra mia nipote e una sua collega universitaria. Avevano 26 anni ed erano entrambe alla tesi di laurea e discutevano dell’invito al matrimonio di una collega coetanea, incinta da 4 mesi.
-Certo che è strano pensare che A. si stia sposando.
(Io)- Perchè? E’ la vita, significa crescere. E’ una cosa bella e saranno presto genitori.
-Bella? Alla nostra età?? ma ti rendi conto di cosa significa?
-Restare incinte alla nostra età, senza un lavoro, senza aver completato gli studi, senza nessuna garanzia, è la cosa più brutta che possa capitarci.
Rimasi interdetta. Una parte di me a fatica dava loro ragione, un’altra tornava indietro a 26 anni, già sposata, senza lavoro, senza garanzie e con un sogno prorompente (e legittimo)nel cassetto. Cercato per parecchi anni, anche lasciando perdere madre natura e non trovato.Ma quest’ultimo aspetto è un discorso personale, che interessa poco agli altri. Che però chiede lo stesso rispetto delle diverse scelte altrui.
(so che non c’entra in pieno col post, ma per dovere di cronaca aggiungo che A. e il marito si sono quasi separati. Lui è andato in Germania a lavorare, lei ha ripreso gli studi e lavora in un supermercato. Il bimbo sta più coi nonni che con la mamma. E’ bellissimo e sereno e comunque è fonte di gioia).
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Ecco, questa è la dimostrazione che le opinioni possono essere totalmente opposte, e presentate senza necessariamente accapigliarsi. La frase che hai riportato era preceduta da “come direbbe Catalano”, che è diventato famoso come profeta dell’ovvio. Lo so anche io che è come scoprire l’acqua calda, e allora mi interrogo sucosa c’è che non va, laddove nessuno voglia usarla, quest’acqua calda a disposizione di tutti… 🙂
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Mia madre ha avuto me a 33 anni, mio fratello a 36, e ha fatto una gran fatica.
Mia figlia è nata da quelle che si chiamano “gravidanze indesiderate”, in una coppia che stava insieme da pochissimo, e dove un solo genitore voleva figli. Quel genitore ero io, che avevo 28 anni, mentre il padre ne aveva 34, e non era pronto. Lo sconvolgimento di equilibri, il vedermi trasformata in madre (e a volte lo sono davvero visceralmente), il fatto che fondamentalmente non ci conoscevamo, hanno fatto sì che dopo nemmeno due anni lui decidesse di lasciarmi.
Oggi mia figlia compie 4 anni e sono felice che sia nata da una mamma “giovane”, perché ho potuto dedicarle energie che mia madre non ha potuto dedicare a me. E ne vorrei degli altri, trovando il compagno giusto.
Questa specie di telenovela mi ha fatto capire ancora più chiaramente che, se parliamo di maternità, paternità, genitorialità, ogni opinione è diversa, ed è difficile liquidare come sbagliato l’approccio altrui.
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L’ultima frase. Ecco. Non avrei saputo dirlo meglio. 🙂
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La cosa più importante che un uomo può fare per i propri figli, è amare la loro madre.
(T. Hesburgh).
…e, forse…dico forse….viceversa.
(quotissimo chezliza dove dice:
“…..nessuno nasce genitore…..si impara e mai si finisce di imparare perché è la cosa più difficile del mondo….e sì cerchiamo di ragionare a mente fredda…le donne cambiano…hanno un legame carnale coi propri figli che schiaccia qualunque altro rapporto……e ristabilire un minimo di equilibrio col proprio compagno è un lavoro faticosissimo……….
..e Wish…è comunque un fatto che per certi versi i maschi si sentono trascurati, perché (bada non stò affermando che i padri non amano i loro figli)…la “compagna di giochi” viene assorbita dalla responsabilità della CRESCITA di questo nuovo essere..”
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Ho già risposto su questo, se avrai la bontà di cercare tra i commenti. 🙂
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Volevo commentare l’altro post, ma alla fine ho scelto di farlo qui. Per me, il tuo intento era ben chiaro anche prima; ma forse le persone hanno troppo la coda di paglia per rendersi conto che questo è un blog, tu sei una persona e cerchi di parlare della tua opinione e non di una verità universale.
Detto ciò, condivido tutto pienamente. Mi fa tantissima rabbia quando sento cinquantenni o più che si ostinano a fare un figlio.
Dalla mia, vivo da vicino la storia di un uomo di 57 anni ormai che si ritrova ad avere due figli di 2 e 3 anni ora. Non voluti da lui, che non ce la fa fisicamente a stare dietro a questi due pargoli. Io di anni ne ho 22 e, sarò forse contro le mode o una pazza, ma ho deciso che se non avrò figli entro i 35 anni, rinuncerò del tutto per il bene dei bambini e chiederò al mio compagno (se mai ne avrò uno) di adottare o prendere in affidamento dei bimbi che non hanno dei genitori in grado di prendersi cura di loro.
La storia dei tuoi conoscenti/amici mi ha riempito il cuore, invece. Perché non tutti si rendono conto che famiglia è sinonimo di amore e non di benessere economico. Certo, quello aiuta. Ma crescere senza amore o con dei genitori che non ti possono dare l’amore di cui un figlio ha bisogno è un danno enorme – e questo lo posso dire perché l’ho vissuto sulla mia pelle.
A questo punto, sul modello sociale, penso che ci sia una scelta alla base. Come dici tu, a un certo punto certe persone iniziano a capire che c’è qualcosa che fa tic tac. Però non sono pronti a sacrificare il sogno di una carriera per avere una famiglia. Bisognerebbe capire perché le persone si deprimono e deprivano della vita per potersi permettere cinque televisioni, due case, le vacanze in posti esotici ogni anno, una macchina super nuova, shopping illimitato e tanto altro. Sarà che a me basta meno, ma mi dispiace non aver potuto vivere il momento in cui tutte queste cose non c’erano e si passava molto più tempo insieme, amando con più naturalezza.
Non so se questo commento ha un senso o una coerenza interna, ma spero non si sia distaccato troppo dal post 🙂
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Non capisco perché non appare la risposta. Sono in un posto con linea ballerina. Comunque. Per me è chiarissimo quel che dici. E no. Non si è distaccato. È perfettamente in tema.
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Menomale, allora. Anche a me capita questa cosa della linea, quindi tranquillo: è normalissimo!
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aggiungiamo un altro aspetto: se posticipare la maternità è non di rado dettato da ragioni economiche, spesso lo è anche il desiderio impellente di “recuperare” il tempo perduto (concetto orribile, mi scuso) per cui ha un figlio in età “avanzata” solo chi se lo può permettere (come cure… magari per la fertilità, come assistenza domiciliare….)
sulle condizioni dei giovani, riprendo il paragone con gli USA: lì, un’amica laureatasi questa estate ha appena fatto l’esame da avvocato. tempo: 6 mesi dalla laurea
italia: oggi, minimo 18 mesi di praticantato. cui aggiungere 6 mesi per aspettare l’esito degli scritti ed altri 6 mesi per fare gli orali.
insomma, di due giovani che si laureano assieme in Italia e negli USA, il nostro perde almeno due anni di carriera!!
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Sacrosanto, il quattrino sta diventando sempre più una discriminante, e se ci pensi questo è il collante che lega le due parti del tuo commento. Perchè solo una famiglia economicamente solida può permettersi di sostenere un figlio che voglia fare la professione, visto che ci sono un paio d’anni (e più se vuole fare il magistrato) di mantenimento in più dopo la lunga carriera universitaria.
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Reblogged this on Serbatoio di pensieri occasionali and commented:
Chiarimenti e precisazioni, qualche risposta ai commenti sul post precedente.
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Hai risposto al mio commento con l’esempio che mi calza più a pennello. Ho quasi 22 anni, ma se mi chiedessi come si legge un ecg, come si fa un massaggio cardiaco o una sutura non ti saprei rispondere. So che in Svezia già al primo anno di Medicina vengono insegnate tutte queste cose, e grazie a sovvenzioni statali i ragazzi hanno la possibilità di acquistare una casa, ogni anno viene data loro una borsa di studio, sono esenti da tasse, i libri e i trasporti sono gratis – penso che sai quanto costano qui i testi universitari. In Italia dopo sei anni di studio matto e disperato su libri extra-vetusti e professori non aggiornati devi compiere 6 mesi di tirocinio post-laurea e solo dopo ti viene data l’abilitazione, ma senza alcun tipo di preparazione pratica. Inoltre per diventare anche solo medico di base devi spendere altri tre anni nella scuola di Medicina di base, e ti ritrovi a 29 anni che sei ancora in università a studiare e a spendere soldi per enpam, tasse e libri. Premesso questo, il solo pensiero di trovarmi tra tre anni con un bimbo, senza potergli dare nulla in cambio o, peggio, delegando il mio ruolo di genitore ai miei genitori, mi spaventa da morire.
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Ci sono delle professioni che al femminile comportano una lacerazione pressoché inevitabile. Quella medica è forse la più lacerante di tutte, perché un medico che non voglia fare l’impiegato ASL ma il Medico, deve mettere in conto una disponibilità di tempo pressoché totale. E questo evidentemente mal si concilia con la maternità. E allora cosa fare? Sacrificare la carriera sull’altare della famiglia, o sacrificare la famiglia sull’altare della carriera? Di nuovo torniamo a bomba. Questo modello sociale secondo me non funziona.
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cam, tu hai quasi 22 anni. conosco medici che non sanno leggere un ecg né fare un massaggio cardiaco a 30, 40, 50 anni (se vai in maxillo-facciale, ad esempio, ne puoi fare incetta :-D). il problema non è non sapere leggere un ecg a 22, ma non porsi la domanda vent’anni dopo…
(la questione del delegare ai genitori è un nodo fondamentale. lì è un vero casino…)
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Eh, se ti facessi un giro per certi reparti degli ospedali di qui ti metteresti le mani nei capelli. -_- Ma questo è un altro discorso. Sul problema genitori, sentirsi un peso per qualcuno, nonostante quel qualcuno per amore affermi il contrario, non è proprio gratificante.
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ho ricevuto la mail che avevi postato solo ora ( maledetto wordpress!).. e di tutte e due i post allo stesso minuto.. Ho deciso di postare di la 🙂
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Ok, ma come ti ho detto di là molte risposte a quello che dici sono qui… 🙂
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mi spiace arrivare un po’ tardi ma non sono riuscito prima a leggere con calma entrambi i post, ed i commenti inclusi richiedevano non poco tempo. condivido l’aspetto sociale, sposo in pieno la linea del commento di cam: la considerazione generale (e cinica) è che oggi, 2013, italia, un figlio è economicamente dispendioso. due sono un lusso. tre una follia, se non già due in determinate condizioni ed ammesso che sia possibile. questo come mero ragionamento “sociologico”.
sulla questione umana, invece, no, credo di essere anch’io un po’ in dubbio come altri sull’idea un po’ generalista che il post (i post, anzi) fanno passare “a sensazione”. non so spiegarti il motivo, non credo sia per il fatto che sia scritto da mani maschili anziché femminili. no, direi che prevale la sensazione che manchi il punto di contatto tra “pancia” e “razionalità”, che collega una considerazione socio-antropologica (wow… mi faccio paura quando dico socio-antropologica :-D), con le storie individuali.
(un piccolo appunto sulla questione della gaussiana. la questione che genitrici giovani siano mediamente meno soggette a gravidanze complicate è stata ultimamente un po’ rivista dal panorama scientifico. il grosso discrimine, in realtà, sembra dovuto al fatto che i programmi di screening prevedono determinati esami solo a partire dal 35esimo anno di età, con copertura da parte del SSN. le due cose sono apparentemente non scindibili, ai fini del risultato. non ho a portata di mano gli aritcoli, ma con una breve ricerca su pubmed non dovrebbe essere difficile recuperarli)
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Allora, rispondo a te come ho fatto con altri. Il mio obiettivo non è attirare consenso ma stimolare una riflessione ed eventualmente un confronto. Non pretendo di avere la verità svelata, ma rivendico, con forza, il diritto di avere un’opinione, di sostenerla e di difenderla.
Per quanto attiene alla gaussiana, io sapevo che l’invecchiamento degli ovuli è di per se stesso un potenziale motivo di infertilità. Gli ovociti di una quarantenne dovrebbero essere meno idonei di quelli di una venticinquenne, questo solo per un fatto “anagrafico”. O capisco male io?
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scusa, mi sono accorto di essermi spiegato male. anzi, malissimo. mea culpa, perdono, rimedio.
certo, il rischio biologico di malformazioni con l’età aumenta, anche se non sono chiarissime le cause, ma aumenta. il vero discrimine, a livello percentuale, in realtà non è tra 25 e 35 anni, le differenze sostanziali emergono a 45-50 anni. nonostante ciò, la percentuale di figli con malformazioni non è significativamente superiore con l’aumentare dell’età (in questo la distribuzione non è una gaussiana) perché al di sopra di una certa età (più o meno 35) il fatto che le donne si sottopongano a screening (anche passati dal SSN) comporta la riduzione delle nascite con malformazioni (le donne più giovani tendono a sottoporsi a screning con minor frequenza). nel caso della sindorme di down, se non sbaglio (ma dovrei verificare) addirittura le percentuali dovrebbero essere maggiori tra le donne più giovani.
(p.s. sull’opinione, ci mancherebbe. discutibile, ma se non fosse così non ci chiameremmo in questo modo, no? :-D)
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Apprezzo la precisazione, ma il mio punto non era neanche relativo alle malformazioni, ma proprio alla infertilità. Un ovocito più attempato si feconda con maggiore difficoltà. E quindi più si va avanti e più è difficile. E poi, ci sono anche le questioni delle malformazioni.
Sull’opinione discutibile accetto qualunque discussione, purché non mi si dica che giudico. Io ho opinioni, non emetto giudizi. Credo che faró un altro post per spiegarlo 😉 e anche per andar dietro a quel maremmano travestito da masticone. 😉
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Gli argomenti su cui discutere sarebbero molti, molti di ordine sociale, alcuni attinenti la sfera individuale. Poiché quelli sociali sarebbero di lunga trattazione, mi rivolgerò all’individuale.
Premetto che a me è parso chiaro quanto,intendi nei due post, per quanto chiara possa essere l’interpretazione di parole di chi on si conosca minimamente.
Detto questo, io ritengo sbagliato essere genitori/nonni, per vari motivi. Uno è quello fisico, ovvero una madre (o un padre) di 50 anni non ha certo le energie di una ventenne o di una trentenne, e come osservi anche tu quando il figlio sarà nel difficile momento della pubertà avrà ancora meno energie per gestirlo. Un altro elemento è quello generazionale, già è difficile la comprensione tra due generazioni contigue, figuriamoci capire uno che potrebbe essere più un nipote che un figlio. Sinceramente verso i miei 45 anni mi sono accorto che mi spiaceva non avere qualcuno a cui trasmettere le mie esperienze e conoscenze (il mio retaggio culturale, formatori in anni di vista vissuta), ma ho deciso che oramai era troppo tardi per un figlio mio, e cerco di essere un riferimento per quelli della mia attuale moglie.
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Sei bravo. E coraggioso. Perché ci vuole più coraggio a tirarsi indietro che a fare Inseminator. Parlo per esperienza di conoscenti. E sono sicuro che con queste basi sarai un riferimento importante per i figli di tua moglie.
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Sono in cilento senza Pc e con linea internet che non funziona bene. Tuttavia sento di dover dire un paio di piccole cose. Non ho potuto leggere tutti i commenti quindi mi scuso se dico cose già dette da altri o già discusse.
Innanzi tutto volevo farti i complimenti per il coraggio di aver scritto un testo difficile. Non sono convinto di essere completamente d accordo con te ma rispetto profondamente chi ha le palle per sfidare il mondo con le proprie idee.
Poi volevo dire che non esiste il diritto alla maternità (paternità). Non esiste e basta. Infatti non è’ sancito da nessuno codice ne garantito da alcuna legge. Non si ha diritto ad avere figli.
Si possono o non possono fare. Punto.
Sembra una cosa da nulla per me e’ importante invece.
Secondo il diritto (leggi) naturali averne da giovani e’ da molti punti di vista che tu hai ampiamente analizzato molto meglio. Senza offesa affermare una cosa del genere e’ come affermare una verità un po’ scontata. Un po’ come dire che se si mangia prima delle sei/sette di sera e’ meglio per il nostro metabolismo perché si digerisce meglio e si tende pure a dimagrire per questo .
Eppure c’è gente che mangia tutte le sere a mezzanotte (artisti ad esempio) che possono vivere lo stesso in modo sano come persone che invece mangiano alle cinque che soffrono di diabete .
Che voglio dire?
Che se è’ vero che la Natura rende fertili le donne molto giovani indicando la via maestra e’ anche vero che l’evoluzione dell’uomo ha portato persone che a 50 anni diventano padri per la prima volta e lo sanno fare a volte pure meglio di quanto non avrebbero saputo fare un quarto di secolo prima. Perché hanno più esperienza più tolleranza più capacità di analisi e perché chi ci arriva a questa età lo fa PER SCELTA sapendo quindi la strada che sta imboccando mentre a 25 anni chi diventa padre spesso e’ per errore.
Io personalmente a 26 anni l’idea di avere figli non mi ha neanche sfiorato ne mai li avrei voluti. Non ero semplicemente pronto. A quaranta si.
In altre parole un po’ di buonsenso del padre di famiglia (per l’appunto ) non guasterebbe e per me buonsenso significa in questo (come in altri campi) non mettere regole stringenti ne legislative ne tanto meno morali .
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Hai detto bene, non è un diritto. E quindi, con riferimento a “l’evoluzione dell’uomo ha portato persone che a 50 anni diventano padri per la prima volta e lo sanno fare a volte pure meglio di quanto non avrebbero saputo fare un quarto di secolo prima”, a questi cinquantenni che un giorno si svegliano e dopo 30 anni passati a cazzeggiare si scoprono “pronti”, io dico: “non siete mica obbligati”. Anche perché il meglio di un quarto di secolo prima non significa mica bene. In una scala da 0 a 100, se un quarto di secolo fa ero a 10, e oggi sono a 20, non significa mica che io sia bravo.
La genitorialità è una enorme assunzione di responsabilità. Quando parlavo dell’incoscienza del giovane, mi riferivo anche a questo aspetto. Perché le responsabilità da giovani si prendono con maggiore serenità, è vero che si fanno anche tante cazzate, ma se cominciassimo a trattare da adulti i ventenni, cosa che mi sforzo di fare con le mie figlie, forse sarebbero anche più consapevoli e meno bamboccioni. Che poi ‘sta storia dei ventenni bamboccioni mi pare pure una cazzata, ci sono un paio di interventi qui di ventenni o poco più che dimostrano molto più equilibrio di persone più grandi.
Infine, sempre riferito al cinquantenne, ché paternità a quaranta è una cosa, a cinquanta tutt’altra, e qui posso parlare proprio per esperienza personale, il cinquantenne maschio ha dei momenti di necessità di autogratificazione, infilare la paternità in quel ginepraio rischia di essere un casino bestiale.
E ti ringrazio per l’attestazione di stima, come ho detto a molti a me piace esprimere opinioni e difenderle, ascoltando quelle degli altri con interesse. 🙂
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La cosa che mi stupisce se posso permettermi del tuo ragionamento non è’ tanto l idea di fondo che ti ripeto e’ pure condivisibile quanto il tuo essere tranchant al contrario con chi non la pensa come te. Insomma un conto e’ dire “sarebbe meglio se possibile….” Un altro e’ dire “essere genitori a 50 e’ uno schifo ”
Poiché ti conosco come persona ragionevole e dotata di buonsenso mi auguro che questa dualità sia necessaria a fine retorici e basta.
Dire come scrivi te “non siete mica obbligati’ che significa scusa?
Proprio perché non lo sono e proprio perché la loro è’ e’ UNA SCELTA consapevole la maternità /paternità e’ più intensa
Adesso tu mi conosci, mi costringi a provocarti 🙂
Diciamo che alzò la posta e che lo faccio per alzare l’audience in modo da aumentare i commenti e le hits
😜😜😜😜
Dunque
Il punto e’ questo:
Secondo me, seguendo il filo del tuo ragionamento, e prendendolo per buono un inevitabile corollario e’ il sistema delle adozioni in primis e della fecondazione assistita in secondis
Secondo il tuo ragionamento non dovrebbe essere nemmeno giusto che esseri umani attorno ai 50 possano prendere in affido dei bimbi che non sono nemmeno loro (aumetando cioe in modo esponenziale le difficolta di esser genitore) e poiché in questo caso non è’ nemmeno un diritto naturale gli dovrebbe essere impedito dallo stato.
Ecco mi piacerebbe per coerenza sentirti arrivare a dire questo: che è’ meglio tenere i bambini negli orfanotrofi che darli in affidamento a persone egoiste che cercano solo di soddisfare il loro ego e che sono per questo pessimi genitori
E già che ci sei parla anche della fecondazione in vitro e prova ad argomentare che dovrebbe essere impedita a chi ha più di 45 anni
Ecco se farai tutto questo verrai insignito dall’ex ministro Giovanardi di laurea honoris causa e il nostro blog avrà picchi di ascolto formidabili
😚😚😚
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600 euro.
600 euro sono il motivo per cui, pur condividendo sia il “se possibile, farli presto”, sia “ho diritto alla mia opinione”, ma una parte dei commenti al tuo post mi fa veramente sentire presa per il culo. Ti dico che ero a letto e sono scesa per venire a rispondere, capiscimi. 🙂
600 euro sono una retta del nido, tempo pieno. 900 euro, invece, sono un mutuo. O un affitto. Perchè al mondo ci stiamo anche noialtri, che lavoriamo 12 ore al giorno non per “due case e 5 televisori”, ma per uno stipendio sotto i 1.500 euro. Ci siamo anche noi che i nonni o non ci sono o lavorano ancora. Ci siamo anche noi, senza i 5 mesi di maternità obbligatoria ed i prolungamenti e sticazzi. Quelli che, se fanno un figlio, devono provvedere, punto. Non c’è la divina provvidenza, non cresce l’erba e crescono i figli, non c’è la mano santa di qualcuno o l’appartamento dei genitori ceduto gratis ed amore dei.
Io ho degli amici che hanno fatto figli presto. Nessuno se li è mantenuti. Oh, loro ti diranno di sì ovviamente, ma appartamento di papà, i bambini a mamma, moglie che non ha mai lavorato in vita sua – poverina – et voilà i figli dei 22 anni. Ho amici coetanei con bimbi appena nati che dicono “fateli che poi il modo lo trovate”.
Sì, e anche lì appartamento di babbo, moglie a casa col pupo, e via.
Ho un unico amico che prescinde da queste considerazioni, ma ha uno stipendio con un numero di zeri impressionante per i miei occhi da poraccia.
Allora io non so il resto del mondo, ma nel mio caso ci sono voluti ‘sti dieci anni per poter dire ok da qualche parte quei 600 euro li troverò. A 24 anni avevo un fidanzato (dai 24 ai 30, per dire) che a volte non vedevo perchè non c’erano i soldi per LA BENZINA e stavamo a 80 km. Cioè due non c’hanno i soldi per la benzina e che gli dite, fate un figlio?
Poi se non l’hai fatto prima e non arriva cazzi tuoi?
Anche mia mamma mi dice “eh io quando ti ho avuta lavoravo solo io, tuo padre si stava specializzando”.
Di chi era la casa in cui vivevano?
Di nonno.
Quant’era la retta dell’asilo?
Ventisettemilalire all’anno.
Sai cosa dice invece mio padre?
Che al giorno d’oggi, non farebbe medicina.
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Questa mi sembra una gran risposta piena di dignità
E per la miseria ti abbraccerei perche ne sento il dolore
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Grazie masti, ma non è dolore, è che prima di dire certe cose (e non mi riferisco a Max!) bisognerebbe passarci, attraverso le esperienze degli altri.
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Verba, grazie per essere passata e per il contributo. Confesso. Avevo la casa. Ma niente nonni, e tante spese indotte dal vivere fuori (1000 litri al mese di gasolio per riscaldamento, benzina per le auto causa distanza di 30km dalla citta). Lo stipendio di mia moglie finiva per intero nelle tasche della ragaza dell’ecuador che viveva con noi, e io guadagnavo poco più dell’equivalente dei 1500 euro. Non eravamo ricchi. La quarta settimana era non sempre semplice. Niente di eroico, per carità. Forse la differenza importante è che io avevo una prospettiva di sviluppo, che poi si è realizzata, mentre oggi prospettive pochine, oggettivamente. E niente, ti abbraccio.
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ti avevo risposto milleduecento righe e wordpress m’ha mandata a cagare 😦
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Comunque il senso era che la prospettiva di fare come hai fatto tu io ce l’ho oggi. E anche la persona giusta, io ce l’ho oggi. L’ho conosciuta a 31 anni. Prima, storia estremamente insalubre. Oggi sì, col Tecnologico vorrei un figlio. Di anni ne ho 37. Mi faccio sterilizzare? 😆
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No. Ci provi, con tutte le tue forze. Le gaussiane sono infinite. Al netto della forza con la quale la sostengo, la mia resta sempre un’opinione, non una verità assoluta. Ti dico di più. Io mi ritengo molto fortunato, per una serie di ragioni che sarebbe lungo e palloccoloso spiegare. Ed è facile dire “ehi, a me è andata di culo, e guarda un po’, è anche la cosa migliore da fare!”. Meno facile trovarsi in una situazione forzosa.
Quello che io trovo personalmente scandaloso è questo stato di merda che all’apparenza si ammanta delle magiche paroline “stato sociale”, ma poi negli aspetti fondamentali della vita dei cittadini, e oltretutto fondanti della sua stessa esistenza di stato, visto che la famiglia è citata nella costituzione, sparisce in una nuvola di fumo senza lasciare traccia alcuna. In Norvegia all’età di 18 anni un ragazzo può chiedere un prestito d’onore per studiare e mantenersi agli studi, che renderà in rate minimali e a interessi inesistenti solo quando inizierà a lavorare. Tutte le aziende sono obbligate ad avere il nido interno. Ogni figlio dà diritto a incentivi e sgravi fiscali. Insomma uscire di casa giovani, farsi una famiglia ed essere indipendenti non è un percorso a ostacoli degno di un videogioco sparatutto, ma qualcosa che è incoraggiato e incentivato dallo stato, e soprattutto è pos-si-bi-le. E nel parco di Oslo, alle 4 e mezza del pomeriggio (sì perché si lavora dalle 8 alle 4) è pieno di gruppetti familiari dove i genitori sono ragazzi. Ora sicuramente c’è un pizzico di coraggio da mettere, ma è altrettanto vero che a me pare ci sia quasi un disegno, nel rendere questa cosa, che è così naturale, un incubo a fosche tinte. Io ti auguro di avere una verbina o un tecnologichino a breve, e di riuscire a barcamenarti, e ti auguro che non resti unico.
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Caro Max,mi sento alquanto “presa in causa” in questo lungo e articolato discorso…essendo io solamente una delle DUE mamme poco meno che trentenni della classe dell’ultimo anno di nido di mia figlia…! Lungi da me giudicare chi sceglie di fare un figlio a 40 o piú anni,ma per la mia piccola e personalissima esperienza,avere la mia bimba a quasi 27 anni mi ha dato,mi sta dando e mi darà sicuramente,tante cose positive (la forza fisica in primis) che forse,se avessi aspettato di avere sia io che il mio compagno,un lavoro stabile,una casa di proprietà,una macchina spaziosa e la casa al mare per le vacanze , non avrei avuto,..anche perchè di questi tempi,per noi 30enni tutto ció è quasi un’utopia! Quello che ripeto sempre alle mie coetanee è proprio questo:è inutile aspettare di avere una vita “sistemata”…quando il cuore ti dice che è il momento di dare il tuo contributo alla vita,ascoltalo!aziona il cervello per diventare responsabile e ragionavole,rimboccati le maniche e sorridi…perchè tutto il resto,con più o meno difficoltà,con più o meno sacrifici, arriverà!con questo non voglio dire che i compagni di classe di mia figlia che hanno genitori 40enni non siano felici,ma,come dicevi,hanno più probabilità di restare figli unici,hanno un’educazione diversa da quella di mia figlia (è un caso che siano sempre i più “vestiti” con strati di sciarpe e cappelli e copri orecchie in un inverno neanche tanto freddo?forse sono solo io l’incoscente a metterle solo il cappello e neanche sempre) e si troveranno presto ad avere dei genitori con una mentalità troppo lontana dalla propria!! Detto ció,ci sarebbe ancora molto su cui discutere e confrontarsi..ma devo correre a fare la valigia 🙂 buone vacanze Max,ci si vede a settembre!!!
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Aggiungo…che la casa in cui viviamo è in affitto,che il mio lavoro è si a tempo indeterminato ma non supera i 1200 euro…che per due anni e mezzo ho pagato 500 euro (uno stipendio del mio compgno)di asilo perchè al comunale non l’hanno mai presa, che i nonni grazie a Dio ci sono ma che lavorano tutti e 4 e non possono quindi fare da baby sitter…ma siamo felici,,,anche se ogni tanto i grandi mangiano solo pasta al pesto o al sugo per una settimana in attesa che arrivi lo stipendio….ma preferisco fare sacrifici adesso in attesa di tempi migliori….se ci fossero più incoscenti (lo siamo veramente??) come noi si farebbero più figli,poco ma sicuro…
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Scusa se mi permetto di argomentare che a me pare non sia in questione che è’ bello avere figli a 27 anni, quanto il fatto che può essere bello (e giusto) averne anche a 50.
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Assolutamente si!!ma il problema è che la mia generazione la trovo un pó comodina,il succo del discorso è questo!
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Rispetto il tuo pensiero ma dire di una generazione che per la prima volta da secoli avrà una vita peggiore di quella dei propri padri che è “comodina” mi sembra quanto meno un azzardo.
Fare figli comporta responsabilità che non necessariamente uno vuol prendersi quando sta cercando il suo ruolo nel mondo. E dire che per questo sono da condannare mi sembra eccessivo
Se oggi avessi figlie adulte come quelli della mia età che le hanno avute quando erano giovani sarei molto diverso da come sono oggi che mi sono goduto i miei twentiees come ho creduto giusto per me. Forse sarei migliore ok più probabilmente no
Mi piacerebbe avere un figlio adulto oggi e ancora bambini?
Si
Cambierei qualcosa di quel che ho fatto?
No
Insomma c’ e ‘ un E’ e un Dovrebbe essere e poi nel mezzo tanti piccoli passi
Credo che sia giusto che ognuno faccia i propri senza sentirsi addosso i giudizi di nessuno
O almeno io la penso così
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Come ho già detto,non giudico assolutamente chi fa figli ad un’età diversa dalla mia,ma per la mia esperienza,sento dai miei amici e conoscenti dire troppe volte:non è il momento di fare figli,devo aspettare la laurea (ok,giusto) poi devo aspettare di fare il master (ok va bene) poi no perchè con il lavoro che ho non mi danno il mutuo dellq casa per esempio o comunque si dice di voler aspettare perchè ci sarà sempre qualcosa che “intralcia” la completa serenità! Con il mio discorso non voglio assolutamente dire di essere migliore di altri,ma sicuramente diversa!! È vero,dopo secoli,la mia generazione si trova ad avere una vita più difficile dei propri genitori..ma spesso (non sempre,SPESSO) e ripeto,per la mia esperienza,ci si nasconde dietro alle difficoltà economiche per non prendersi responsabilità!i miei nonni non navigavano certo nell’oro,e come loro tanti altri,ma non hanno certo aspettato il limite massimo per fare figli solo perchè il loro status non era ottimale…perchè era una generazione forse più propensa al sacrificio di se stessi per i figli?forse si…in ogni caso,se analizziamo la vita di ogni genitore,30enne o 40enne che sia,ci saranno milioni di avvenimenti e circostanze che li ha portati a fare determinate scelte,quindi sicuramente è azzardato generalizzare…ma la mia opinione sulla mia generazione,per ora resta invariata…ma spero di potermi ricredere presto!!!!
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Si ok
La domanda nasce spontanea: e quindi?
Tu ti dichiari diversa va bene
Loro se parlassi con loro direbbero la stessa cosa immagino no ?
Allora visto che dici che non giudichi hanno diritto di poter diventare genitori senza che qualcuno gli dica che sono solo egoisti e basta o no?
Di questo stiamo parlando
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Ognuno è libero di fare quello che vuole come si è anche liberi di avere un pensiero (lo vogliamo chiamare giudizio?ok)! Credo che per ogni tema ci siano due o più modi di rapporttarsi allo stessoe se si interroga gli uni o gli altri ti sentirai sempre dire che si è diversi (e meno male)ma questo non limita la libertà di pensiero e azione…..e allora la domanda nasce spontanea…posso io a 27 anni mettere al mondo uno o più figli con tutte le difficoltà economiche sentendomi dare dell’irresponsabile e incoscente? Si,posso e vado avanti confontandomi volentieri con chi fa scelte diverse dalla mia! (Il cell mi fa vedere il commento in un modo orrendo sicuro avró fatto qualche Orrore di battitura,pardon :-))
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Vale dovevi fare l’avvocato! (Hai un’email)
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Ma giudizi di che? Scusa mast, ma se tu dici che secondo te gli ingegneri sono una manica di zozzoni, io non mi sento mica giudicato! Pensa te, io ragionerò così. Io zozzone non sono, e conosco tanti colleghi che non lo sono, ma se masticone dice questo ci sarà una ragione, ora gliela chiedo. Vale ha la sua opinione, fortemente radicata. Ed è un’opinione che porta avanti con coerenza, e ci fa anche dei sacrifici sopra. E perché tu o altri dovrebbero sentirsi giudicati? Non lo capisco.
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La tesi è interessante ed è molto razionale. Io credo che ci sia anche una forte componente legata all’istinto, al sentire di fare o non fare una cosa. E lì vanno a farsi a benedire tutte le motivazioni, anche quelle che magari mi do’ io in questo momento cercando di capire in quale punto della gaussiana andrò a finire (:
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Grazie per l’equilibrio, bloom. Merce rara, nei commenti a questi post 😉
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😉
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caro Max arrivo solo oggi al tuo post perchè dopo un quasi mese di cilento e carenza di tempo e internet sto recuperando con calma almeno i post degli amici.
io sono il tuo caso limite.
ho avuto la ventiduenne a 29 anni, sposata, con nonni disponibili, lavoro ben retribuito e marito presente e collaborativo.
il secondo, il piccoletto, è venuto al mondo per tigna (sua e mia) quando ne avevo 42. senza (quasi) compagno, senza lavoro, senza più nonni nè tate.
potrei dirti delle notti in cui passeggiando con lui in braccio per casa ho guardato la finestra del quinto piano. ma l’ho fatto anche quando avevo la ventiduenne. potrei dirti dello strazio di svegliarmi e non avere nessuno a cui dire: amore vai tu? ma mentre la prima mi ha svegliato tutte le notti per due anni, il piccoletto ha sempre dormito come un angelo dagli otto mesi in su.
potrei raccontarti di come la mia schiena è crollata sotto il peso del pancione e la forza per giocare e prenderlo sulle spalle fosse diminuita. mi sa che ciò un fisicaccio perchè non mi sono quasi accorta della differenza.
certo che è faticoso fare figli. certo che sarebbe bello averli nella situazione ottimale. ma cosa contano le idee rispetto a questo argomento? contano solo per fare polemica. perchè anche se è egoismo puro il desiderio di maternità, e di paternità, è la molla primordiale di sopravvivenza della specie. per cui va bene tutto e il contrario di tutto. io so che ora ho molta più pazienza. molta più saggezza. mi spavento meno nelle emergenze e mi sono fatta anche una discreta seconda giovinezza. ci sarebbe bisogno di trovare un uomo saggio che apprezzi tutto ciò e chieda subito di sposarmi….. ma non si può avere tutto…..
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